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Il tifoso silenzioso con l’ossessione di Aronica

Sappiatelo. Io le partite le vivo in curva, le faccio sedimentare e le sputo fuori negli spazi che pazzi appassionati come tutti voi mi concedono. Ebbene. La partita col Cesena l’ho vissuta, l’ho fatta pure sedimentare, ma poi mi è rimasta lì come un ovosodo che non va né su e né giù. E, quindi, belli miei, non so se l’avete notato, se non l’avete fatto c’è forse troppa presunzione da parte mia, ma non sono riuscita a sputare fuori nulla e nessuno. Ho visto tanta gente imprecare, tanti tifosi delusi, tante persone con facce tristi. E non ce l’ho fatta. Forse ero troppo arrabbiata e troppo delusa anch’io, ma non ce l’ho fatta. A me piace scrivere per condividere e qui, in particolare, porto alla luce i miei “tipi da curva”. Beh! Mettiamola così. Con il Cesena i tipi da curva che avevo intorno erano irriconoscibili e allora ho preferito saltare un appuntamento piuttosto che non rendere giustizia alla famiglia curvaiola!

Ma stavolta la storia è diversa. Veniamo comunque da una cocente, nonostante la neve, sconfitta in Coppa Italia, quindi, non pensiate che gli animi siano meno arrabbiati e meno delusi. Ma abbiamo la gioia di rivederci e il Chievo da battere. Senza se e senza ma. Sia chiaro a tutti noi, ai nostri azzurri e soprattutto a Moscardelli. Faccia poco il fuoriclasse con noi.

Arrivo con molto ritardo, stavolta non sono riuscita a incastrare diversamente gli impegni di lavoro e quindi, quando arrivo, i posti sono già ben definiti. Lui è davanti a me, di solito è così e quindi non cambia niente. Viene da lontano, il suo gruppo è sempre ritardatario, ma lavora a Napoli e nelle partite infrasettimanali è uno dei primi ad arrivare. Noi le malediciamo, lui forse no. Lui e il fedele amico che gli è sempre accanto.

Ha la faccia buona, sorride sempre da sotto un bel barbone ed ha costantemente la battuta pronta. Sul goal ti viene a cercare, sugli errori non bestemmia mai. Tutt’al più se ne esce con ironia, per niente facile. Anche stavolta è in forma. Non parla del Siena se non per dire solo “Aronica!”. Dovete sapere che non ha un passione per il difensore siciliano. In una delle ultime partite ha addirittura minacciato di non farsi più l’abbonamento se dovesse vedere ancora Aronica correre in mezzo al campo. Provoca ovviamente, ma vi dico solo che dopo Milan-Napoli ha quasi esternato un atto di stima nei confronti di Ibrahimovic con questo commento: “Sei il mio mito! è na vita che vuless metter e man nguoll ‘Aronica!!!” Ovviamente specificando, per i più pacifisti e impressionabili, che stava scherzando.

Ironico, certo. Non sempre condivisibile, sicuro. Ma sempre efficace!

Borghetti sempre pronto, anche se ultimamente è a dieta, mettendo pericolosamente a rischio le sua rotondità che fanno tanto “morbido e rassicurante”. Ognuno pensa alle sue curve. Io penso alla mia e perciò quando è l’ora del rito distribuisco in giro i chicchirichì, passando sempre anche per lui. So che non lo prende mai, ma mi piace che lui mi dia sempre la stessa risposta: “No, no, la prima volta non l’ho preso e ha portato bene! Quindi non lo prendo mai!”. Siamo fatti tutti della stessa pasta scaramantica!

A inizio partita, in curva espongono uno striscione che incita i ragazzi ad uscire dal campo con la maglia sempre sudata e a metterci passione e ardore. Che lui ha subito ribattezzato “Hard-ore” istituendo il concorso “Miss maglia bagnata” che magari potrebbe essere anche un incentivo. Magari proprio per Aronica. Questo non l’ha detto, ma l’avrà pensato.

Durante la partita nota che il completino di Sorrentino è dello stesso verde di quello di Iezzo, in una nota “revival”. Proprio uguale, tanto che se lo vedesse Domizzi lo picchierebbe a prescindere.

Sapete com’è andata la partita, per cui è inutile che io vi dica che sul primo goal ci siamo liberati tutti di tanti fantasmi. Sul secondo abbiamo tirato tutti un sospiro di sollievo. Lui si è girato cercando le nostre mani per condividere finalmente due urla di gioia. Condivide anche i fischi per Moscardelli. E il dispiacere nel vedere Dossena sempre ignorato sulla fascia, tanto da immaginarlo con una bella tovaglia a quadri e un fiasco di vino in modalità “pic-nic”.

L’arbitro fischia e ora si può pensare già alla prossima in casa. Il Chelsea. E sarà pienone in curva, visti i prezzi scandalosi degli altri settori. Per cui non ci saranno impegni di lavoro da incastrare. Semplicemente non si andrà a lavoro di pomeriggio. E sarà anche Carnevale. Lui ci saluta immaginando i nostri azzurri entrare in campo mascherati e ci dà appuntamento a tutti a ora di pranzo con lasagna al seguito.

Alla faccia della dieta. Nonostante tutto, a noi piacciono da morire le nostre curve.

Deborah Divertito

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