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Ve lo ricordate il Napoli di Mazzarri? Bene, non c’è più, non ha più fame

Ve lo ricordate “Il Napoli di Mazzarri”? Bene, non c’è più, è finito. In questo campionato non si è mai visto. E infatti per noi la stagione si chiude qui, sono finite le ambizioni di vertice. Difficile credere a rimonte miracolose, mi sa che quest’anno va già archiviato. Puntiamo alle coppe e proviamo un’analisi.

Quella della stagione scorsa era un’ottima squadra che giocava come una provinciale. Quindi: concentrazione totale e determinazione massima si aggiungevano a buoni mezzi tecnici. Poi c’era – determinante – il fattore FAME.

Quella di quest’anno è un’ottima squadra che vuole giocare come una grande, senza esserlo. Si è completamente persa (Champions a parte) la capacità di soffrire e di portarsi a casa anche le partitacce. Fateci caso, in questo campionato abbiamo vinto solo le gare che abbiamo messo in discesa fin dal primo tempo. E non sempre, visto che abbiamo sprecato punti anche dopo essere stati in vantaggio (Catania, Juve).

Qualche settimana fa il telecronista di Sky citava una statistica: il Napoli è la squadra che ha commesso meno falli di tutte. In sé non sarebbe un dato negativo, ma una squadra che dovrebbe avere nell’aggressività il suo tratto principale non può vantare un primato del genere.

Quando l’anno scorso arrivavano vittorie al 90esimo, c’era sempre chi, anche su questo sito, chiamava in causa il Fattore Culo. No. O almeno, non del tutto: la fortuna premia chi se la merita, e fino alla fine la squadra ci credeva e “si chiamava” il colpo di mazzo (andate a riguardare quei gol nel finale, sono tutte azioni splendide). Oggi non è più così.

I motivi sono molti: la difesa è invecchiata, non ha retto le tante partite giocate finora. I rincalzi si sono rivelati inutili per vari motivi: Grava ha 35 anni ed evidentemente non ha più la fiducia di Mazzarri. Britos si è fatto male ed è comunque un mezzo brocco, non ditemi di aspettare che vada in campo. L’abbiamo visto giocare spesso, stava al Bologna, non al Real Auckland.

Fideleff e Fernandez non danno garanzie. Sono acquisti sbagliati. Finora. Lo dice la scarsa frequenza con cui Mazzarri li impiega e la modestia delle loro rare prestazioni.

A centrocampo Inler è stato una mezza delusione. Nel cambio con Pazienza abbiamo perso filtro davanti alla difesa e non abbiamo guadagnato granché in impostazione. A me sembra che questi giocatori che arrivano dalla tranquillissima Udine non reggano bene le pressioni di una grande piazza. Valeva anche per Quagliarella, se mi passate il termine.

Gargano resta quello che è, una specie di Gattuso: ringhiante, utile, ma confusionario. Dzemaili non sa sostituire né l’uno né l’altro, sembra Cimabue, ne fa una e ne sbaglia due. Donadel se guarisce bene potrà essere un buon comprimario, ma sarebbe assurdo credere che possa segnare una svolta.

In attacco i problemi sarebbero minori, però un po’ di cose vanno dette: Cavani ha un rendimento oscillante, anche lo scorso anno era così, è umano anche lui. E poi ricordiamoci una verità eterna: la punta segna se ha un pallone buono. Una volta ogni tanto inventa (come a Palermo), per il resto finalizza.

Pandev è bravo, ma non è un trascinatore. Il Pocho trascina, ma quando c’è in campo lui si ha l’impressione che gli altri (Hamsik in particolare) si deresponsabilizzino, lo lascino da solo a fare e disfare la tela. Vargas per ora non è giudicabile. Su di lui dico una cosa semplice semplice: a gennaio non ha senso prendere giocatori giovani da un altro continente. Tanto valeva lasciarlo in Cile fino a giugno, e prendere subito un “usato sicuro” per dare un po’ di respiro a Cavani.

Insomma, come se ne esce? Non lo so.

Posso solo dire che non mi piace questo “tiro al Walter” praticato da alcuni. Quando si critica la società c’è sempre qualcuno che alza il ditino: “Ricordatevi dove eravamo prima di De Laurentiis”. Ok, ricordiamoci pure che squadraccia eravamo prima di Mazzarri. Se per la società “parlano i risultati”, a maggior ragione questa valutazione andrebbe fatta per l’allenatore. Anche se credo e temo che questo sia il suo ultimo anno qui. E mi sa che non sarà il solo a lasciarci.

Giulio Spadetta

Ps So che qualcuno mi dirà che scrivo solo quando le cose vanno male. Che vi devo rispondere? Avete ragione, ma la soddisfazione è muta. E’ la freva che va sfogata.

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