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Caro Plastino, in trasmissione tutti negarono la tua tesi. Questo è il resoconto. Se vuoi, rivediamo pubblicamente la puntata

Sgombriamo il campo dagli equivoci” e “No. Non può essere così” sono le due frasi che, il 5 dicembre scorso, durante la trasmissione Goal di notte, in onda su Canale 21, Michele Plastino ha ripetuto almeno dieci volte (contate) mentre ipotizzava che, dietro l’espressione di stizza di Morgan De Sanctis nel corso di Napoli-Lecce, ci fosse qualcosa di più della semplice rabbia per non aver chiuso una partita in modo deciso parecchi minuti prima. È da qui che vorrei partire anch’io: sgombriamo il campo dagli equivoci, perché, no, non può essere così. Non può essere soprattutto che Plastino abbia rilasciato ieri, nel corso di Radio Goal, su Kiss Kiss Napoli, una dichiarazione in cui affermava che nessuno degli ospiti presenti in studio avesse provato neppure a contestare le sue affermazioni. Così, dopo aver passato l’intera serata a sbobinare la registrazione della puntata a cui io ho partecipato come ospite insieme a Mimmo Carratelli, vi spiego perché non possono essere accettate dichiarazioni del genere.

La trasmissione si apre parlando della partita con la Juve. Ben presto Plastino dice: “attenzione, perché ho una domanda inquietante. Perché non ho capito perché c’è una specie di notizia oscurata. Nessuno ha saputo rispondere a un perché. De Sanctis, mi spieghi il tuo gesto dopo il 4-1 gol di Cavani? Per motivi di diritti non le possiamo più vedere, ma Sky ha colto le immagini. Perché si dispera? Perché ha questa gestualità negativa come per dire ‘mannaggia che ha fatto!’ coincidente al gol di Cavani? L’avete visto? Perché? È una cosa inquietante questa qua”. In questa sola frase è racchiusa già un’illazione grande quanto un grattacielo.

Plastino, infatti, attribuisce un significato inquietante, rendendolo addirittura in parole, a ciò che definisce una gestualità negativa, dichiarando addirittura che la notizia è oscurata sottintendendo – e neppure tanto – che sta pescando nel torbido. Subito gli risponde Carratelli, con una delle battute di cui arricchirà l’intero programma: “De Sanctis è disperato perché pensa ‘Cavani, qua quelli del Villareal (eravamo infatti alla vigilia dell’ultimo incontro di Champions, n.d.r.) scoprono che fai i gol. Bastava uno, così stavamo più coperti’”. A questo, Plastino risponde: “Questa non è una spiegazione. Io le ho viste le immagini, una delle fonti sono io”.

Gianni Ambrosino dice: “forse è dispiaciuto di umiliare il Lecce, magari ha qualche amico o parente tifoso”. Il giudice Bruno D’Urso interviene subito: “la platealità del gesto, se è stato così plateale come dici, evita di pensare a cose strane”. Sono le 20.56 e Carratelli continua: “ti do una risposta inquietante. Anch’io ho fatto un gesto tipo De Sanctis ma nella mia bolletta c’era il 3-1 per l Napoli”. A questo punto gli occhi di Plastino si illuminano: “Questa è una risposta, però”. Questo, al mio paese, vuol dire ipotizzare la presenza di una scommessa. Interviene Sebino Nela: “Si sono messi paura. E il gol è arrivato troppo tardi. De Sanctis era arrabbiato perché la partita si poteva chiudere molto prima”. Nela, ex calciatore, offre una spiegazione semplice semplice e da addetto ai lavori, alla quale, però, Plastino replica: “no, non è una spiegazione”. Iolanda, l’addetta al pc, dice che ascoltando le interviste a Radio Marte subito dopo la partita incriminata, aveva sentito tutti dire che il gesto di De Sanctis era dettato dal fatto che il portiere voleva che la partita si chiudesse molto prima. Plastino, ancora una volta, replica: “Non può essere”. Bruscolotti ipotizza che sia successo qualcosa tra De Sanctis e Cavani (e vabbuò.. n,d,r). Plastino prende nuovamente la parola: “No. Voglio sgombrare il campo da questo punto di vista. Ecco perché è inquietante. Sennò stavamo zitti anche noi come sono stati zitti in tanti (allude alla malafede ed al pressappochismo dei colleghi giornalisti? n.d.r.). Un gesto di disappunto vuol dire una cifra considerevole perduta. Io voglio bene a De Sanctis, ed è impossibile un investimento importante su un risultato esatto se non sono d’accordo tutti (stai dicendo che tutta la squadra ha scommesso? O che si sono messi d’accordo sulla chiusura della partita? n.d.r.) cosa che escluderei assolutamente in questo momento perché da solo non lo fai, perché è peggio della roulette. Mi piacerebbe che fosse De Sanctis a spiegarlo, non i giornalisti, o noi, oppure le radio o le tv, è lui che deve dirlo”.

Alle 21.22 Massimo Sparnelli torna sull’argomento dicendo che ha inviato un sms ad un caro amico di De Sanctis (mostra anche il telefonino per far capire che l’ha fatto in diretta) il quale ha chiesto al portiere di giustificare il suo gesto e che Morgan ha risposto che “è stata un’espressione normale, sono solo chiacchiere, è stata un’espressione personale”. Dice: “è una sua dichiarazione. Abbiamo sgombrato il campo”. Plastino dice: “No, l’hai allargato di più”. Ma come? Non volevi la dichiarazione di De Sanctis? E ora che ce l’hai? Non basta? Evidentemente no. Ride: “Massimo, ma stai dicendo sul serio? No, perché non è così. Io sono giornalista, non è così” (in pratica è come se gli dicesse “io sono giornalista, tu no”, n.d.r).

Alle 21.44, mentre si cerca di andare oltre le illazioni e parlare di calcio, Iolanda legge un messaggio di Michele, arrivato su Fb, il quale dice che De Sanctis ha rilasciato un’intervista in cui afferma che è stato un gesto liberatorio perché il Lecce aveva sfiorato due volte il 3-2 e lui invece voleva si chiudesse la partita molto prima per poi pensare subito al Villareal. Plastino prende nuovamente la parola: “Allora siamo autorizzati, al prossimo gol di Cavani, che Cavani si mette a piangere perché ha segnato il gol. Tu non l’hai visto il gesto, io sì”. Ancora Caratelli: “Vorrei complimentarmi con te perché è una serata di cultura altissima, perché siamo alla chanson de geste”. Di nuovo Massimo Sparnelli: “Ma scusa, non può essere un gesto senza significato?”. Subito Nela interviene: “Secondo me si è arrabbiato perché il Napoli stava attraversando un momento un po’ così. Si è arrabbiato perché ha pensato ‘potevano segnare prima’”. Sparnelli ci riprova: “L’importante è che abbiamo chiarito”. Plastino, finalmente afferma: “No. Ho capito di essere l’unico a pensarla così”. Sono le 21.47. E continua dicendo: “Sembro io il grande accusatore, invece voglio ricordare che ho sempre detto che De Sanctis è sempre decisivo, lo apprezzo, però non può essere così”. E ride di nuovo. Parla ancora Carratelli: “questa è una fissa, non è una tripla. Sei fissato proprio”. Sparnelli interviene ancora: “Per fortuna abbiamo una spiegazione dell’amico fidato”.

A questo intervengo io. Sono le 21.49: “Secondo me è comprensibilissima la rabbia su una partita del genere. Una partita così doveva essere un 4-0 netto. Ci sta tutta la rabbia di De Sanctis, secondo me. Non è indirizzata a Cavani, ma alla squadra, che veniva anche da un pareggio con la Juve, eh”. Plastino mi guarda, ride, e dice: “No”. Prende di nuovo la parola Carratelli: “Possiamo chiudere questa lunga parentesi dicendo che tutto il gesto è noia. E basta”. Intanto, sugli schermi è trasmessa la partita Lazio-Novara, in diretta dall’Olimpico. Plastino fa notare che, al terzo gol di Rocchi, Marchetti esulta ed esulta anche con grande convinzione: “Allora io ci credo nella natura umana, ma voglio solo che De Sanctis ci chiami, ma non per dire quello che ha detto a Massimo. Non ci credo” (cioè, facci capire, deve darti ragione oppure vuoi la sua versione? No, perché sennò non ne usciamo più, n.d.r.). Sparnelli: “Ci devi credere. Se ti dico così ci devi credere”. Plastino: “No, perché è strano”. Carratelli: “Stiamo facendo notte. Portiere di notte. Posso andare?”. Plastino ci invita a cambiare argomento, ma manca ormai pochissimo alla fine. L’ultima battuta è, ancora una volta, di un Carratelli in grande spolvero: “Vorrei chiudere in bellezza: ma, De Sanctis, perché ha fatto quel gesto?”. Lo studio esplode in una fragorosa risata.

Ecco, ci mancava solo che l’assistente di studio dicesse la sua con un cartello di quelli che suggeriscono i cambi di scena ed i servizi da mandare in onda e stavamo a posto. L’unico dei sei ospiti presenti in studio a non aver espresso un’opinione è stato Carlo Iuliano e mi piace credere perché non gli interessasse affatto un argomento così futile e becero. Per il resto, abbiamo tutti provato a dare una spiegazione che era l’unica possibile, visto che eravamo tutti in buona fede. Trovo leggermente atipico che il padrone di casa non voglia ascoltare e continui a pretendere una spiegazione che gli dia ragione e a dire di no alle altre. E trovo abbastanza sgradevole – e grave – che lo stesso padrone di casa, a distanza di un mese, intervenga in radio a dire che nessuno dei suoi ospiti ha provato a contraddirlo. Ma che poi, se pure nessuno avesse parlato, vorrebbe forse dire che Plastino aveva ragione? L’umiltà ed il buon senso dicono di no. L’ostinazione e le illazioni dicono altro. E quello che dicono non mi piace. In un paese civile, dove l’onestà, intellettuale e non, dovrebbe essere qualcosa di scontato fino a prova contraria, nessuno dovrebbe essere messo in condizione di dover disperdere tempo ed energie per giustificare gesti, parole, opere o omissioni. Né De Sanctis, a maggior ragione dopo la partita contro il Palermo (la seconda puntata dedicata da Plastino all’argomento), quando ormai aveva rilasciato un’intervista e pure messo una “taglia” sull’ideatore del video, né alcuno di noi ospiti. Esserci costretti è molto lontano da qualsiasi professione di giornalismo o di buon senso. Confesso che non sono una spettatrice dei programmi locali di calcio. Ho sempre stimato Plastino basandomi su ciò che mi dicevano di lui. Così, però, no lo dico io. Per chi volesse, ho la registrazione MySky del programma, poiché la puntata, in rete non c’è, né sul sito di Canale 21 né su quello del programma. E non perché è stata oscurata, ma semplicemente perché non c’è. Ah, mi sono appena grattata la testa. Vorrei sgombrare il campo dagli equivoci: non ho i pidocchi, mi bruciano solo le cervella per aver dovuto abbassarmi a scrivere un articolo così per rispondere ad una cosa che veramente non sta né in cielo né in terra. Sull’acquisizione del video da parte della Procura, poi, ritengo che a Napoli ci siano veramente altre cose a cui una Procura dovrebbe pensare. E tante belle cose a tutti.

Ilaria Puglia

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