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Spero di sbagliare, ma il futuro del Napoli non mi sembra così roseo

La notte porta consiglio, e soprattutto lenisce l’intossico del tifoso deluso e infreddolito che allo stadio ha appena assistito alla più disarmante sconfitta stagionale del Napoli. Una partita, per carità, apertissima, come ha signorilmente riconosciuto il giovanotto asturiano sulla panchina della Roma (la Roma più modesta vista al San Paolo negli ultimi anni, e che pure è venuta a dettare legge nel nostro stadio).Una partita che si poteva pareggiare, ma che si poteva anche vincere, chi lo nega? Una partita oggettivamente sfortunata per quegli undici ectoplasmi con la maglia azzurra (dodici se contiamo anche il condottiero in panchina, che stavolta indossava addirittura giacca e giubbino sopra la celeberrima camicia bianca) che assistevano al prodigioso e sempre uguale a se stesso gioco della giovane Roma american-spagnola. Una partita, per noi tifosi, in una parola sola sconfortante.

Il mio umile parere è che non ci si possa attaccare alla sfortuna, né per la sconfitta di ieri sera, né per un campionato, fin qui, oggettivamente deludente e al di sotto di aspettative e possibilità. Un campionato che mi fa sorgere spontanee una serie di domande, sulle quali mi piacerebbe si potesse meditare seriamente.

E allora: si può dire che il gioco di Mazzarri è incredibilmente prevedibile e monotono, e che una squadra giovane e con ambizioni di alta classifica non può avere un solo e granitico sistema tattico (con un’unica variazione sull’immutabile tema, in occasione della trasferta di Monaco)?

Si può dire che ogni tanto magari ci si dovrebbe adattare al gioco degli avversari, per tentare di neutralizzarne le armi migliori?

Si può dire che non si può solo contare sulla perfetta forma fisica dei migliori, dal momento che una squadra matura e consapevole dei propri mezzi dovrebbe essere in grado di vincere anche in momenti di opacità atletica?

Si può dire che il mercato estivo è stato fallimentare, basato su un solo acquisto importante ed esoso, un Inler in palese difficoltà tecnico-tattica in questo Napoli, e su una serie di mediocri ed economiche “pezze a colori”, ad oggi inutili alla causa?

Si può dire che l’unico acquisto forse realmente interessante in prospettiva, Fernandez, andrebbe valorizzato e mandato in campo un po’ più spesso, anche viste e considerate le sconfortanti prove recenti di una difesa quest’anno deludente e forse non all’altezza?

Si può dire che allenatore e società hanno sbagliato clamorosamente a credere che senza acquisti adeguati si potesse ripetere l’eccezionale (nel senso di “fantastica”, ma anche di “al di là di ogni più rosea speranza, e dunque irripetibile”) stagione passata?

Si può dire che è scritto che, se un giocatore segna più di 30 gol, l’anno dopo non si ripete, a meno che non si chiami Messi o Cristiano Ronaldo; e si può quindi dire che una buona riserva in grado di farlo rifiatare la si sarebbe dovuta compare il primo di luglio?

Si può dire che questa stagione è stata concepita fin da subito nella maniera più sbagliata, e che in questo modo si rischia di buttare via tutto quanto costruito, anche con fortuna, ma con una fortuna sempre e comunque meritata, negli anni scorsi?

Si può dire che il primo dei tanti equivoci che andrebbero chiariti al più presto è legato al futuro di Mazzarri? Il ciclo è finito, e si tira a campare fino a maggio incrociando le dite e sperando che le cose vadano per il meglio, soprattutto in Champions; o si stanno gettando invisibili basi per futuro, oggi pieno di incognite, ancora col nostro in panchina?

Sono domande solo di testa e per niente di pancia, lo so; e che lasciano intravedere delle convinzioni e delle previsioni un po’ pessimistiche. Ma, per l’appunto, il mio augurio natalizio per tutti i Napolisti e per tutti i Napoletani è che le mie convinzioni e le mie previsioni si rivelino le più clamorosamente sbagliate del 2012, e che questa sia la stagione più trionfale della storia azzurra. Intanto buon Natale, felice anno nuovo, e avanti col Genoa.
Andrea Manzi

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