Finalmente! Una vittoria netta e priva di ansie. Partita dominata dal primo all’ultimo minuto, con un Napoli sicuro dei suoi mezzi ed all’altezza della fama che ha guadagnato nei mesi scorsi.
Soprattutto, è stato sconfitto lo scetticismo che regnava alla vigilia.
Avrò sentito almeno decine di tifosi sentenziare che il Napoli è Lavezzi-dipendente, e senza il Pocho ed i suoi guizzi la squadra avrebbe perso in termini di pericolosità ed incisività. Se Cavani ed Hamsik pensano alla Champions e snobbano il campionato, il dato era già tratto. Fortunatamente il calcio non è una scienza esatta. Ed il Napoli non poteva sfoderare prestazione migliore per mettere a tacere i malumori e le chiacchiere di queste ultime settimane.
E’ pur vero che i cugini genoani sono stati davvero imbarazzanti per l’intera gara. L’impotenza dei rossoblu ha evidenziato l’inadeguatezza di un allenatore come Malesani, tecnico sopravvalutato, che non ha compreso in alcun modo quale potesse essere la soluzione possibile per contrastare gli azzurri.
C’è un dato, in particolare, che mi preme evidenziare. Rifacendomi all’incipit di questo pezzo, non è un caso che il Napoli abbia vinto proprio senza il Pocho. Il gioco obbligato alla ricerca del suo guizzo o passaggio vincente aveva reso la squadra di Mazzarri in campionato troppo prevedibile. L’assenza di un punto di riferimento come Lavezzi rende, a mio avviso, più difficile il lavoro di preparazione degli avversari e, soprattutto, obbliga il Napoli a ricercare una coralità di gioco e soluzioni alternative che sono mancate in questa parte di stagione.
Lungi da me celebrare un appello al sacrificio di Lavezzi. Resta sempre un titolare inamovibile, il giocatore più decisivo ed importante di questa squadra. Quello che si fa in quattro in ogni circostanza, nonostante alcuni limiti. Il vero leader, in campo e fuori. (Ne scrivevo un anno fa (http://ilnapolista.it/?p=15040) e noto con piacere che Trapani ha ripreso recentemente una provocazione che lanciavo allora).
Il timore è che potesse diventare un alibi per i suoi compagni, i quali hanno dovuto misurarsi in una partita senza il loro campione. E lo hanno fatto nel migliore dei modi. Una situazione che lascia ben sperare per questo mese in cui dovremo fare a meno di lui.
L’argomento mi porta a fare una riflessione sul mercato che sarà. Alla luce delle recenti indiscrezioni di mercato e dal dibattito che ne è generato, non è da escludere che ieri abbiamo assistito ad un assaggio del Napoli del futuro. Non so quanto attendibili siano le voci sull’interesse di Moratti (e non solo) per il Pocho, tuttavia l’acquisto di Vargas è stato letto da alcuni opinionisti come il preludio ad una sua cessione. Ed a ciò si aggiunge che De Laurentis tiene sott’osservazione uno tra Jovetic e Pepito Rossi. Un’eventuale partenza di Lavezzi potrebbe diventare indolore se la società manifesta la volontà di dar vita ad un ricambio che punta alla qualità ed un ampliamento della rosa.
Di fronte ai commenti letti nei giorni scorsi, mi schiero tra coloro che ritengono che un ciclo stia davvero volgendo al termine. Aspettiamo di conoscere fin dove questo Napoli arriverà in Champions e se la remuntada in campionato si realizzerà. A fine stagione, tireremo le somme. Il bilancio di questi tre anni resta comunque positivo.
Non sarebbe un dramma se, dopo aver dato tanto per questa maglia ed aver raggiunto importanti traguardi, alcuni di questi ragazzi chiedessero di cambiare aria e cercare stimoli altrove. Nessun sentimento di rancore potrebbe prevalere, ma solo gratitudine.
Ad un patto, ossia che la società faccia tutti gli sforzi per rendere la squadra sempre competitiva. Un destino diverso, già visto per altre squadre, non lo meritiamo.
di Michele Affinito
Smettiamolo di dire che siamo Lavezzi-dipendente
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