Insomma, stamattina arrivo alla stazione centrale di Napoli (nonostante la metropolitana) e mi imbatto nelle signorine che pubblicizzano Italo, il treno targato Montezemolo che dall’anno prossimo farà concorrenza a Trenitalia sulla tratta Salerno-Torino con eventuale deviazione verso Venezia. Dovevo perdere un po’ di tempo, quindi mi soffermo. Anche perché mi chiedono l’indirizzo mail e lo annotano su un bloc-notes. La cosa mi sorprende non poco. Ma come? Luca Cordero l’innovatore non riesce a dotare nemmeno di pc le signorine che pubblicizzano il treno nelle stazioni? Devo ammettere che l’impiegata cerca di difendersi, non scarica sul “padrone”.
Tempo ce n’è e allora chiedo come mai sia stato scelto il nome Italo per un treno. E lei mi risponde (notizia non nuova, ma io non lo sapevo) che è stato scelto in un sondaggio condotto su Internet. Ma che in realtà il nome più gettonato era stato un altro, era stato il Pocho, poi però scartato. Incuriosito, giunto a Roma, chiamo l’ufficio stampa. E in effetti la storiella c’è. Il Pocho non ha vinto, almeno così dicono, ma è arrivato secondo nella finalissima (loro la chiamano short list). I tifosi del Napoli si erano organizzati on line e Lavezzi ha rischiato di dare il nome ai treni di Montezemolo.
Il treno di Montezemolo ha rischiato di chiamarsi “Pocho”
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