Ore 14.05 ora di Shanghai. Puntuale come un orologio svizzero anzi, un po’ in anticipo, all’aeroporto di Pudong atterra il volo China Eastern MU788 partito da Roma. Io sono li all’aeroporto in attesa di vedere i miei genitori che vengono a trovarmi per le vacanze di Natale. Certo mi fa piacere vederli, ci mancherebbe, anche perchè così abbiamo recuperato altri due baby sitter per mia figlia. Ma soprattutto mi pregusto il provolone del monaco, i sosamielli e i roccoco’, la nzogna con la quale faremo gli struffoli ma soprattutto la soffritta e ‘o per e ‘o muss che il mio amico Dagherrotipo Torrese ha dato ai miei per portarmeli. Ho comprato anche i bucatini, mi sono costati una fortuna. Ma l’occasione della partita con il Villareal era troppo ghiotta, la possibilità di passare il turno e festeggiare a Shanghai alle 6 di mattina con soffritta e per ‘o muss non mi faceva dormire da giorni per il piacere. Eccoli, sono li,li vedo. Scendono le scale mobili e vanno a prendere la valigia. Mentre la caricano sul carrello, un doganiere li ferma e gli fa aprire la valigia. Una goccia di sudore freddo mi percorre la schiena. Vuoi vedere che…? Dalla preoccupazione alla realtà. Quel figlio di una shanghainese sequestra il provolone del monaco e ‘o per e o muss. Mannaggia. Mio padre, con il suo dialetto napoletano, riesce almeno a salvare i lupini, la soffritta e tutto il resto. Cerca anche di dirgli di prendersi il provolone e lasciare ‘o per e ‘o muss. Ma lui niente. “Facciamo a metà. Half and half” gli dice. Ma lui niente. Prende la bustina sottovuoto e la lancia in una scatola piena di salami, formaggi e altre leccornie in arrivo da ogni parte del mondo e sequestrati a viaggiatori occidentali. Lo guardavo da lontano e l’ho odiato. Non so se sia sopravvissuto alle mie bestemmie. Al minimo gli ho augurato di trascorrere da oggi al 31 dicembre ogni minuto seduto sulla tazza. Si lo so, dobbiamo essere più buoni, ma stasera con che accompagno la partita con il Villareal? E se fosse un brutto presagio? Mamma mia, non ci voglio neanche pensare. Mogio e tristanzuolo accolgo i miei e li porto a casa. Neanche la vista della soffritta di rinfranca. In me l’idea che il sequestro del per e o muss sia presagio per una brutta partita mi sconvolge. Come di tradizione, cerco di addormentarmi verso le 22, per farmi almeno 4 ore di sonno prima di alzarmi e vedere la partita. Ma l’immagine del doganiere che lancia il sacchetto sottovuoto del centopelle mi torna sempre alla mente. Alle 2.50 del mattino mi sveglio, caffè e taxi per raggiungere la casa del console. Per tirarmi su caccia dalla riserva segreta le mandorle mbuttunate. Almeno quello. Insieme a lui e a un altro amico ci guardiamo il primo tempo su un canale inglese. Soffriamo. Speriamo. Arriva l’annuncio del gol inglese. Temiamo, confidiamo in una cazziata motivazionale di Mazzarri. Quando l’allenatore viene cacciato cala il buio. Lo streaming non va più. La faccia del doganiere sequestratore del per e o muss mi torna davanti. Smanetto sul computer e trovo un altro streaming. Fuori fa freddo piove. Dentro di noi fa ancora più freddo. Ne trovo uno, pare che vada invece si blocca. Sentiamo solo la frase : “Si gonfia la rete, si gonfia la rete”. Capiamo: è Raffaele Auriemma, abbiamo segnato. Un altro po’ di buffer e capiamo che ha segnato Inler, quello che fino a qualche minuto fa stavamo criticando perchè non tira da fuori. Ancora buffer, ancora immagini rallentate. Passiamo a Radio Marte. Poco dopo crolla la linea. Riesco a riaccendere, trovo lo stesso canale e sento “Oro colato, marechiaro, ce l’abbiamo solo noi”. Capiamo. E’ fatta. Afammocc. Alla faccia del doganiere. Gli deve andare tutto storto. Non come a noi. E’ andato tutto bene, è partito l’urlo liberatorio e la corsa solitaria sul Bund, il lungofiume di Shanghai alle sei del mattino, sventolando la sciarpa, urlando forza Napoli in mezzo ai vecchietti cinesi che fanno Tai Chi. Per un tifoso emigrante il sacrificio di una busta di per ‘e o muss vale una vittoria con quella del Villareal. Alla faccia di ogni doganiere pidocchioso.
Nello Del Gatto