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Da Zagaria a Vila Real, il 7 dicembre che entra nella storia

Tanta roba. Questo sette Dicembre duemilaundici entra di diritto tra le giornate più memorabili. Un po’ di cose sono successe, pensieri che in 24 ore si sono sovrapposti l’uno all’altro tra gioie, paure, emozioni. Pezzi di pensieri che sembrano inconciliabili con un puzzle. Eventi così vicini e così distanti. Perché il grande giorno è iniziato con la cattura di Michele “capastorta” Zagaria, primula rossa del clan dei casalesi. Uno dei responsabili del vergognoso avvelenamento delle nostre terre con quei bidoni di rifiuti tossici che giungevano da ogni parte d’Italia. Un segnale solo simbolico, certo, ma un segnale importante che lo Stato sferra prepotente all’immaginario collettivo. Come sempre, su queste catture di spicco, restano sempre dubbi che invitano a riflettere. C’è persino chi mi racconta che fino a qualche tempo fa “capastorta” girava abbastanza frequentemente per la “sua” Casapesenna. La Domenica andava a messa e, se era bendisposto, anche alla partita della squadra locale. Preso a pochi passi da casa sua a pochi giorni dall’insediamento di un nuovo governo, viene immediato l’accostamento con la cattura di Provenzano, acciuffato a Corleone l’undici aprile 2006 appena il giorno successivo alle elezioni politiche. Anche se non è possibile dimenticare che anche recentemente sono stati molti gli arresti eccellenti messi in atto dai vari governi succedutisi: Iovine, Setola, Di Lauro fra gli altri.

Ma questo sette Dicembre entra di diritto anche nella storia del Napoli Calcio. L’impresa contro il Villareal giunge bella, insperata e indimenticabile. Sembrava un traguardo impossibile quando quel fatidico giorno dei sorteggi leggemmo i nomi delle nostre avversarie. Comprendemmo di potercela fare (e forse gli stessi giocatori compresero) quella magica sera al City of Manchester quando riuscimmo con uno strepitoso secondo tempo a mettere in serie ambasce lo squadrone dello sceicco e di Mancini. Da lì in poi è cominciata la nostra favola ricca di piccole e grandi conquiste.

Nella serata in cui forse si è mostrato più inadatto al gioco mazzarriano, si è reso decisivo (finalmente) Gokhan Inler. Un Napoli che con concentrazione e determinazione si è mostrato anche saggio nel conservare il vantaggio e nell’amministrare il possesso palla. L’ennesima prova di maturità. Ma si deve proseguire.

Si chiude con i caroselli in strada, forse un po’ eccessivi ( ma ognuno è libero di festeggiare a piacimento), così ben raccontati  su Il Mattino. Speriamo che giornate come queste possano ancora venire. Magari con tanta gente in più in strada a festeggiare per qualcosina in più sia per lo sport (l’accesso agli ottavi è sembrato uno scudetto) che per la città.

E per finire lo scandalo di Zagabria – Lione. A volte mi chiedo davvero se non pensiamo un po’ troppo male di noi e troppo bene degli altri. Il problema non è per quella presunta superiorità che i francesi sfoggiano, è più che a volte noi crediamo davvero di sentirci inferiori. Come è possibile vedere, ma questo non è non può essere una consolazione, tutto il mondo è Paese. I sette gol, gli occhiolini, gli ammiccamenti che hanno permesso ai transalpini del Lione di passare il turno vengono giustificati dal francese Platini con il non aver riscontrato giri anomali di scommesse o, peggio, l’inadeguatezza della difesa e del portiere del Zagabria. Ma cosa c’entrano le scommesse? Qui, l’ipotesi più accreditabile, è che i croati abbiano intascato un bel premio (o futura riconoscenza istituzionale) per far passare i francesi. Come vedi, caro Mancini, non occorre essere italiani per fare gli imbrogli. Ci riescono benissimo anche gli enfants de la patrie..

Tanti pensieri inconciliabili che però hanno fatto viaggiare la mente in un giorno appassionante.
Valentino Di Gacomo

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