L’altra metà del cielo napolista

Beh, tante cose ovviamente ci sarebbero da dire. Una la dico subito, quindi mettetevi l’anima in pace: io a San Siro ci torno. Ma non è questo il punto. Un’altra cosa vorrei dire, che c’entra poco con lo straordinario e godurioso successo del Napoli a Milano sull’Inter. Ecco, vorrei dire che c’è un aspetto in […]

Beh, tante cose ovviamente ci sarebbero da dire. Una la dico subito, quindi mettetevi l’anima in pace: io a San Siro ci torno. Ma non è questo il punto. Un’altra cosa vorrei dire, che c’entra poco con lo straordinario e godurioso successo del Napoli a Milano sull’Inter.
Ecco, vorrei dire che c’è un aspetto in particolare del Napolista che in questo periodo mi sta emozionando. L’altra sera Admin mi invia una mail il cui testo è: «Il Napolista è sempre più al femminile». E io d’istinto rispondo: «Sì, è bellissimo». Perché è bellissimo che un sito fondamentalmente pallonaro, quindi ad alto tasso di testosterone, stia diventando sempre più una tribuna per tifose che definire appassionate è poco. Del resto non è un caso che l’iniziativa più bella di questo sito, il lutto al braccio contro la monnezza, sia stata partorita da due donne.
Potrà sembrare una cretinata, però mi piace osservare che Ilaria non sia più una mosca bianca; che ci sia Luisa Bossa, che la romana Francesca sia sempre meno timida, che Deborah Divertito racconti per noi i tipi da curva B, che Lisa dal Brasil ci inietti ogni giorno la sua vigoria e il suo contagioso entusiasmo. Per non parlare di qualche perla inattesa, come quella che ci regalò Renata su Fideleff. Ecco, tutto questo mi piace.
Ho sempre guardato con un po’ di invidia il tifo dei romanisti proprio per l’alto tasso di femminilità. Le donne che a Roma vanno allo stadio sono tantissime. E vedo che negli ultimi tempi il trend si sta invertendo anche da noi. Senza bisogno di sgabelli né di labbrone. E io, Fabrizio e Admin ridiamo divertiti, perché in fondo era un nostro obiettivo e non lo sapevamo.
Massimiliano Gallo

p.s. scusa Agnese, scusa. Lo sapevo che avrei commesso una gaffe.

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