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De Magistris come De Laurentiis, non può sempre osannato a prescindere

Si è parlato tanto del vento che soffia, il vento del rinnovamento, quello che ha cercato di soffiar via, nella nostra città, sia lo spauracchio della giunta comunale di centrodestra capeggiata da Lettieri, sia un ritorno dei cannibali di centrosinistra del Morconemachiè. Nella nostra città, appunto, visto che credo sia lapalissiano che la situazione delle amministrative milanesi e del resto dell’Italia sia da scindere da quanto è accaduto da noi.Si è osannato il nuovo Masaniello Giggino, al quale sono andate le preferenze di quanti hanno votato in quest’ottica. Si è parlato dell’astensionismo, fortissimo a Napoli alle amministrative.
Mi chiedo come mai ci sia stato un astensionismo così forte anche al referendum. L’analisi deve essere fatta separatamente anche in questo caso, secondo me. Ignoranza sui quesiti? Mi sembra strano, data la campagna informativa fatta soprattutto attraverso il web (che la rete inizi a contare qualcosa anche in Italia? Evviva..).
Insomma, sarebbe un punto interessante da approfondire anche questo. Ciò che però mi fa veramente specie – oltre che, in parte, ribrezzo – è la contrapposizione generatasi nella società civile tra chi è berlusconiano e chi non lo è, categorie in cui vengono inclusi anche quelli che, dal lato dell’elettorato di Berlusconi, hanno voluto semplicemente – con il loro voto – spronare il governo a procedere sulla strada delle riforme promesse e mai attuate e, dal lato dell’elettorato di sinistra, hanno inteso unicamente ricordare a quei politici piccoli piccoli peggio del Nano – tipo Bersani – che non è possibile costituire un’alternativa valida solo andando contro un uomo che, politicamente, mi sembra oramai definitivamente distrutto.
De Magistris, dicevo. Ho sempre detto che De Laurentiis non va osannato solo perché ci ha tirati fuori dalla C ma che il suo operato vada giudicato sul campo, a partire dalle dichiarazioni cinematografiche e spesso leggere che rilascia ai giornali, passando per il rispetto scarsissimo accordato ai tifosi, arrivando alle molteplici gaffes di cui si è macchiato finora, applaudendo, questo sì, al bilancio societario e alle sue scelte da formichina oculata, che finora ci hanno portati lontani. Stesso discorso credo debba essere fatto per la politica.
Se Giggino, alla vigilia, ha promesso una giunta in maggioranza composta da donne e poi su 12 assessori solo 4 sono le donne, non ha forse tenuto scarsa fede a quanto detto all’inizio? Non condivido, inoltre, la scelta di tanti professori universitari, quanto di più lontano dalla società civile offra oggi il nostro paese (non me ne voglia il Prof. Trombetti), dopo i politici ed i giornalisti servi chiusi all’interno delle loro redazioni a scrivere articoli sulla base di agenzie scritte, a loro volta, da altri giornalisti chiusi allo stesso modo in piccole ed anguste stanzette. Ma su una scelta mi si accappona decisamente la pelle. Sergio D’Angelo alle Politiche Sociali e Migranti. E’ lo stesso D’Angelo presidente di Gesco, gruppo delle cooperative del terzo settore che è uno dei principali creditori del Comune di Napoli e che finora ha fatto il bello e cattivo tempo nella gestione del sociale a Napoli. Certo, pare si dimetterà da Gesco, ma tutti i rapporti incamerati finora come farà a reciderli? E i crediti? E la rete di interessi? Insomma, siamo proprio sicuri, Giggì, che questa sia stata la scelta giusta?
Il neo sindaco dice, da parte sua, che nessuno dei nomi scelti gli è stato suggerito dai politici, ma politica è pura tutta la sottostruttura di relazioni ed interessi che non riguardano strettamente chi fa politica ma chi agisce nell’ombra da una vita in questa città. Insomma.. non smettiamo di vigilare. Dovremmo parlare di meno di Berlusconi e del vento che sembra rinfrescare le giornate di questa primavera-estate e guardarci più attorno. Magari se riuscissimo a discernere nel modo giusto e a mantenere spirito critico e lucidità, al di là dell’appartenenza politica, potremmo impedire che si perpetrino nuove violenze ai nostri danni. Se uno si propone come Masaniello deve anche conoscere la storia, soprattutto della sua città. Dall’essere acclamato come salvatore all’essere tradito e deposto il passo è veramente breve. Meditiamo, Napoli, meditiamo.
Ilaria Puglia

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