Lo ammetto, la posizione di Aurelio ha un suo fascino

Devo dire che in questa querelle Mazzarri-De Laurentiis la posizione del presidente ai miei occhi assume sempre più fascino. Lo ammetto, ho una predilezione per i cattivi, quelli che sono antipatici ai più. E Aurelio francamente non è un simpatico. L’articolo che scrisse d’Esposito domenica scorsa ne traccia il profilo in maniera lucida, a mio […]

Devo dire che in questa querelle Mazzarri-De Laurentiis la posizione del presidente ai miei occhi assume sempre più fascino. Lo ammetto, ho una predilezione per i cattivi, quelli che sono antipatici ai più. E Aurelio francamente non è un simpatico. L’articolo che scrisse d’Esposito domenica scorsa ne traccia il profilo in maniera lucida, a mio avviso. Conosco parecchi aneddoti che riguardano il nostro presidente perché frequento persone che hanno lavorato al suo fianco alla Filmauro e alcuni racconti sono francamente strepitosi.Non va sottovalutato De Laurentiis. È un signor imprenditore. Non un genio, almeno a mio avviso. È uno di quelli che a poker gioca solo col punto in mano, epperò è proprio raro che si alzi dal tavolo in perdita. Gioca sul sicuro, come fa coi film. E ha cercato di portare questo suo modo di fare anche nel calcio. Quel che mi affascina, o comunque mi piace assai (ecco, questa definizione è più corretta, si attaglia di più al mio pensiero) è il suo rapportarsi all’esercizio del potere e ai soldi. La sua semplicità, come la sua posizione rispetto ai premi Champions. Fantastica nella sua logica elementare.
E veniamo a Mazzarri. Insomma, il presidente ha fiutato l’aria. Il buon Walter ha cercato di andar via, a questo punto è chiaro. E ha trovato porte chiuse alla Juventus e forse anche alla Roma. Adesso certo non sappiamo perché lui volesse andar via, probabilmente perché – giustamente – voleva andare in una squadra che fosse programmata per vincere subito e non avesse a bilancio piani quinquennali che ricordano la Nep della gloriosa Unione sovietica. Come che sia andata, resta un dato. Ad Aurelio sono girate. E il coltello dalla parte del manico ce l’ha lui. Ha silenziosamente atteso che la frenesia di Mazzarri si placasse, ha probabilmente ingoiato un finale di campionato del tutto inatteso e onestamente scandaloso. E ora pregusta la rivincita. Contratto alla mano. Non ha alcun motivo per incontrare Mazzarri se non quello di elaborare strategie per il futuro della squadra come si conviene a un presidente e a un allenatore.
Massimiliano Gallo

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