Sorridi, tutto è possibile,
io a questo mi ci aggrappo

La mia è stata una brutta settimana. Inconcludente. Di quelle che hai tanti di quei progetti e cose da fare che se non li aggredisci subito sono loro che aggrediscono te e ti azzannano alle cosce. Mi è girata in testa sempre la stessa frase: fai qualcosa. Ma niente, ero come immobile, paralizzata. Poi, all’improvviso, […]

La mia è stata una brutta settimana. Inconcludente. Di quelle che hai tanti di quei progetti e cose da fare che se non li aggredisci subito sono loro che aggrediscono te e ti azzannano alle cosce. Mi è girata in testa sempre la stessa frase: fai qualcosa. Ma niente, ero come immobile, paralizzata. Poi, all’improvviso, venerdì, mi spunta, scritta da non mi ricordo chi, questa frase qua: “chiedimi scusa, baciami la pancia, chiudimi la bocca o portami fuori. Fai. Qualcosa”. Roba che ti lascia a bocca aperta per la meraviglia.
E per tutta la partita, stasera, ha continuato a invadermi il cervello. Fai. Qualcosa. Ma nulla. Eravamo fermi fermi là in mezzo, spaesati, aggrediti dagli eventi e da un ciclone chiamato Inler. Ora, vorrei trovare le parole da dire in un momento come questo, descrivere quel bambino accanto a me che al triplice fischio si è messo a piangere. L’odio che ho provato verso i suoi genitori, che hanno permesso che lui arrivasse così a quel minuto. Ma sono mamma anch’io e, come tutti, commetto imperdonabili errori.
Ma stasera sono dura, granitica, un macigno. Ho applaudito, stasera, in mezzo a tanti altri, quelli che erano rimasti e non erano andati via a venti minuti dalla fine. La vita è fatta di occasioni irripetibili: se sai coglierle al volo ti gira bene, se invece stai lì a temporeggiare allora dopo un attimo non c’è più tempo che conti. Semplicemente, noi, l’occasione l’abbiamo persa. E però, la vita è fatta di indicibili emozioni, di strette forti al cuore che valgono la pena tutta la sofferenza, il dolore, la gioia, l’imbarazzo, l’incredulità che uno possa provare nei piccoli insignificanti e preziosissimi istanti della giornata. A quelle io non rinuncio, nel bene e nel male. E quelle ‘sto Napoli ce le ha regalate proprio tutte.
Per una serata triste come questa, ce ne sarà un’altra che ricorderò per sempre. C’è un’altra frase, però, che stasera mi danza tra i capelli, è di un polacco, Stanislaw Lec, che dice “in tempi difficili non rinchiuderti dentro te stesso, è il posto dove sarà più facile trovarti”. Ecco perché sono qui a scrivere, in questo preciso istante. Perché se non faccio uscire tutta questa tristezza rischio di tenerla dentro per sempre e compromettere tutto. Col cavolo che vi faccio fare tana così, come hanno fatto con noi Pozzo e l’Udinese. Perciò forza. Non è perduto proprio niente. Nella vita non si sa mai. Sorridi, Puglia, tutto è possibile. Io a questo mi ci aggrappo. E voi? E Forza Napoli. Sempre.
Ilaria Puglia

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