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Il genio: sul 2-3 ho capovolto lo sgabello

Che bella domenica di sole. Sembrava Pasqua. E il bello doveva ancora arrivare. Mi accingevo ad avviarmi all’edicola per i giornali, quando mia moglie mi fa;
-Tua figlia dice che…
E’ inutile farla proseguire, quando una frase comincia con “tua figlia” il discorso non promette niente di buono. Quando invece dice “nostra figlia” c’è speranza che il prosieguo possa riservarti qualche piacevole sorpresa. “Mia figlia”, poi, è sicuro che la cosa è positiva. “Chella criatura ‘e figliema”,infine, siamo alle soglie del processo di beatificazione.
Comunque niente di preoccupante, voleva semplicemente essere accompagnata da un’amica.
Chiaramente ho acconsentito a patto di sbrigare la faccenda entro mezzogiorno.
Avevemo a pranzo mio figlio con moglie e nipotini. Quindi il pranzo prometteva certamente di essere all’altezza dell’importante partita che ci aspettava nella tarda mattinata. Dopo aver sbrigato la faccenda “accompagnamento”, rientravo in tempo per leggere i giornali e dare una sbirciatina in cucina, dove mi è quasi impedito l’accesso causa ingenti danni precedentemente e proditoriamente provocati. Niente di che. Solo sporadici assaggi con smollicamento diffuso nei vari piatti di portata: Riesci a fare molliche anche se prendi un cubetto di ghiaccio. E’ opinione diffusa in famiglia nei miei confronti. All’arrivo dei nipotini cerco di distoglierli dal mio tv 44 calibro magnum per dirottarli su un’altro televisore per seguire qualche cartone animato. Ma non ce n’è bisogno, perche i pargoli sono degni eredi di cotanto nonno e tifano inesorabilmente Napoli. Ci accomodiamo in prima fila: 70 anni in tre. 4 anni, sette anni ed io,che alzo inesorabilmente la media, con i miei 59 anni. Alle nostre spalle, mio figlio, mio cognato avvocato ed il giovane pretendente che ormai si è completamente ripreso dai problemi di salute che aveva avuto. Le donne affaccendate in cucina da dove provenivano invitanti effluvi. Si sentiva il tintinnio dell’apparecchiare la tavola. Forse un coltello sarebbe servito per tagliare la tensione che era scesa nel mio soggiorno: quando Mauri, imitando Tomba, saltava come birilli tutta la difesa azzurra, l’avvocato ha gridato: s’ha tirato o pere! Chiaramente ce l’aveva con Cannavaro che non aveva contrastato il laziale con la dovua determinazione. Al raddoppio dei romani, non avevamo neanche la forza di inveire contro qualcuno. Alla fine del primo tempo non sono neanche andato in cucina per qualche assaggino. Le cose non andavano per niente bene, e per fortuna la Lazio doveva essere più affamata di noi, visto i gol che s’era mangiato.
La rete di Dossena ci faceva esultare ma non più di tanto. Al pareggio di Matador, invece, ho avuto un abbracio-colluttazione con mio cognato che neanche quando discutiamo di politica. Ormai era subentrata in tutti noi la consapevolezza che avremmo vinto. Quando Mascara ha fallito una facile occasione, la parola piu forbita che è uscita dalle nostre bocche, sarebbe stata censurata anche in una casa di tolleranza thailandese. Mentre cercavo di tappare le innocenti orecchie dei bambini, la Lazio si era portata di nuovo in vantaggio. Dovevo escogitare qualcosa, le mie scaramanzie non bastavano. Lo sgabello non stava funzionando. Che cosa è il genio? Come il Necchi in Amici miei. Stavo troppo comodo.Ho capovolto lo sgabello. Mi sono seduto direttamente sui tre piedini, mettendo a repentaglio le mie povere pudende. Rigore per noi. Non ti alzare. Resisti. Non volevo guardare. Ma Matador mi sembrava troppo sicuro.Non poteva sbagliare. Non ha sbagliato.
L’eccitazione non si era ancora sopita quando Cavani: gioco, partita, incontro. 4 a 3.Grida, abbracci, capriole, rotture varie di oggetti e suppellettili. I bambini che saltavano felici, poi Daniel, il più
piccolo è andato da mia moglie e ha detto: nonna, il nonno sta piangendo, ma io non ho fatto niente. Siamo usciti in terrazza e ci salutavamo con i nostri dirimpettai con i quali, in dieci anni ci saremo scambiati in tutto dieci parole. Era come quando incontri qualcuno per strada la mattina presto: lo saluti anche senza conoscerlo.
Mia figlia ha minacciato che la prossima volta ci riprende e diramerà il video nei luoghi che frequentiamo abitualmente, comprese chiese parrocchie e luoghi di culto in genere, per sputtanarci definitivamente agli occhi di chi si ostina a considerarci persone per bene e normali.
Ci mettevamo a tavola e sul video appariva il faccione di Lotito che sbraitava. Per fortuna il volume era abbassato e non si sentivano le sue elucubrazioni. Al secondo piatto, e al secondo bicchiere di vino, avremmo potuto anche rialzare il volume: non lo sentivo lo stesso. La vittoria del Lecce sull’Udinese assumeva il sapore del dessert.
Emozioni impagabili. Mi dispiace sinceramente per quei napoletani tifosi di altre squadre che non potranno mai provare quello che proviamo noi. Anche se vincono 10 scudetti e 20 coppe dei campioni. Non sapranno mai di cosa stiamo parlando. Anche se ultimamente qualcuno si deve accontentare. Stamane Tuttosport titolava “Goduria Juve”. Mi sa che sofrono di eiaculatio precox, se godono tanto semplicemente battendo una sifilitica Roma.
Un caro saluto a tutti da
PASQUALE DI FENZO

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