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Diego non l’ho visto ma quanti paragoni col Pocho

Oramai non bastano più due mani per contare il numero di argentini che fanno parte della rosa del Napoli e quelli che nel corso del tempo hanno vestito la mitica maglia azzurro cielo. Sono ottant’anni che il club partenopeo importa talenti dalla terra del tango e quasi sempre con successo. Sono numerosi gli argentini che hanno lasciato il segno, anche se di certo è “el pibe de oro” che più ha marcato a fuoco i nostri cuori azzurri, già di per sé brucianti di passione.
Cosa lega il calcio argentino a quello “napulegno”, però, è ancora da scoprire. Come ogni club che si rispetti il Napoli ha investito su tanti giovani promettenti, facendo del rischio una linea di condotta fondamentale. Come è accaduto per il tanto amato “Pocho”, che dopo una carriera travagliata è riuscito a spiccare il volo. O meglio, è riuscito a cavalcare il ciuccio! Addirittura all’età di diciassette anni aveva deciso di lasciare il calcio per fare l’elettricista insieme a suo padre, rinunciandovi dopo qualche tempo per inseguire il suo vero sogno. E in parte il sogno si è avverato. Oramai Lavezzi è uno dei calciatori più richiesti sul mercato e come un fulmine a ciel sereno si è scagliato con forza dirompente in tutti i nostri cuori. Tant’è che dal Natale del 2007 non bisogna più sorprendersi se il buon Melchiorre, un angelo del Paradiso o  qualunque altro personaggio del classico presepe è paradossalmente affiancato al talento argentino. Addirittura le statuette del Pocho vanno a ruba insieme a quelle di Maradona.
Che accostamento audace! Eppure qualche tifoso più temerario tenta di paragonarlo all’inarrivabile pibe de oro. Anche se le note stonate si fanno sentire, e come! Quando si digita la formula “Lavezzi Maradona” in un motore di ricerca, non si perde tempo a capire quanto questo tema sia scottante. Infatti sul campo di battaglia del web si scontrano senza mezzi termini le posizioni più svariate. “Era più forte Diego vent’anni fa o Lavezzi oggi?” “Chi è l’erede di Maradona?” “Lavezzi o Messi?” queste sono le domande più frequenti a cui molti rispondono calorosamente, quasi fosse una questione di vita o di morte. Anche se i numeri parlano chiaro: la rete è per lo più, come prevedibile, schierata in favore del pibe de oro. E secondo molti, nonostante le indiscutibili doti di Lavezzi, Maradona alla giovane età di ventitrè anni, se non di meno, già poteva considerarsi il miglior giocatore del globo. D’altro canto, invece, c’è chi pone la propria fiducia in un’imminente riscrittura della storia del calcio, che per ora porta ancora la firma di chi con undici tocchi di palla tagliò tre quarti di campo andando a segno contro un’Inghilterra beffata, durante Messico ’86. E regalando al calcio mondiale una rarissima pietra miliare.
Sondaggi di ogni tipo impazzano tra forum e social network: come quello che chiede di votare se sia giusto o meno dare la maglia storica di Maradona, la contesissima numero 10, al promettente Lavezzi. Secondo l’ultimo aggiornamento del sondaggio indetto da calcionapoli24.it il 56% dei votanti ritiene giusta questa cessione. Vi è, invece, un corposo 44% che oppone una strenua resistenza. Anzi, ci sono frange consistenti che diffidano addirittura dal ritenere Lavezzi come erede diretto di Diego. In questo senso molti tifosi ostentano un enorme entusiasmo per la “pulce” Leo Messi. Soprattutto da quando l’allenatore della Selleccion, Sergio Batista, non ha escluso che Messi possa diventare il più grande di tutti, anche superiore a Pele e a Maradona.
Dunque di opinioni ce ne sono per tutti i gusti. Però il dato importante che emerge da queste considerazioni è che gli argentini non fanno altro che far parlare di sé. A Napoli soprattutto la questione è visceralmente sentita, dato il passato così legato a Maradona e il presente così inseparabile da Lavezzi. Infatti sebbene l’aura enorme di Maradona sarà sempre presente nei ricordi dei più attempati e nei sogni dei più giovani, bisogna comunque prendere atto del fatto che il Napoli senza Lavezzi arranca. Finalmente il Pocho è tornato a far tremare gli stadi d’Italia dopo tre giornate di squalifica contribuendo alla tripletta del 13 marzo a Parma, segnando il secondo gol, e infuocando il San Paolo contro il Cagliari durante la scorsa giornata di campionato.

Daniele Polizio (17 anni, classe IV Bs liceo scientifico “Calamandrei”Napoli)

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