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Basta Pocho, Mazzarri o Cavani Io voglio solo battere il Genoa

Insomma, francamente non ne posso più.  È tutto un susseguirsi di botta e risposte, di giornalisti che insistono, tifosi che recriminano, altri che accusano. Radio, siti, link calcistici, non se ne può più. Ci siamo lasciati andare pure noi, ammettiamolo. Mo’ basta, però. Insomma, me ne frego di sapere chi dobbiamo comprarci per diventare uno squadrone con i controfiocchi, se deve andarsene Pazienza o Aronica, se Cannavaro è il nostro miglior difensore o se Ruiz sia stato o meno un buon acquisto. Detesto la campagna acquisti già quando, d’estate, rappresenta l’unico argomento utile di conversazione, figuriamoci adesso che c’è ancora da giocare. Me ne frego pure di indagare sul perché Yebda non sia stato impiegato dal primo minuto contro il Palermo, o di sapere se Gargano abbia problemi di condotta o familiari che abbiano costretto Mazzarri a privarsene per diverse volte. Non mi interessa sapere se siamo Lavezzi-dipendenti, e, se lo siamo, se il motivo è che la nostra squadra è organizzata per girare attorno a lui e non affondare nei meandri più bassi della classifica, perché invece se fossimo il Barça il Pocho farebbe panchina per più della metà delle partite. Non mi interessa sapere se Mazzarri va alla Juve, né se ha fatto bene o male a non prendere una posizione a quattro giornate dalla fine, se avrebbe dovuto rispondere a quella fatidica domanda che continuano a propinarci in radio manco si trattasse di un ragazzino che chiede alla mamma se può andare a giocare a pallone e quella glissa mentre stira il bucato tirato dentro di fresco. Non voglio sapere, oggi, se il Matador e il Pocho partiranno per altri lidi, né se andrà via Hamsik, né se lui è consapevole o meno di aver giocato una delle più brutte partite del campionato. Ora come ora, che siamo a martedì, vorrei solo sapere se sabato la butteremo dentro un paio di volte con cattiveria nonostante il gemellaggio sperando in qualche scivolone altrui andando a conquistare un feroce secondo posto, oppure se dovrò assistere alla terza sconfitta consecutiva. Lo ammetto: l’idea di andare al San Paolo e riprovare le sensazioni provate con l’Udinese o quelle da tivvù accusate contro il Palermo mi fa risalire alla gola la quantità mostruosa di cioccolata con cui ho cercato di ammazzare quest’ultima settimana e la Pasqua. Perciò vi dico cosa farò io da ora a sabato. Sarò concentratissima. Metterò in campo scaramanzie, pellegrinaggi, riti propiziatori, menu da ripresa della forma, pratica buddista, resterò scalza per tenere bene il contatto con la terra e con la realtà, per sentire le vibrazioni del pavimento, andrò persino in chiesa a raccomandarmi a tutti i santi del paradiso terrestre e celeste per avere quei dannatissimi tre punti e quel disgraziatissimo secondo posto che è a portata di dito poco più in là. Questo farò. Non un atomo di distrazione di più. E Forza Napoli. Sempre.
di Ilaria Puglia

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