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Vorrei esser uomo per avere la memoria calcistica

Lo dissi all’inizio e lo confermo adesso: a volte vorrei essere un uomo. E non solo per il “famoso” telefono spento, stravaccamento sul divano, birrozzo e rutto libero durante le partite,no. Nemmeno vorrei poter fare pipì in piedi, in realtà, né poter uscire di casa la mattina presto per andare a lavorare, stesse pure per cascare il mondo, e lasciare moglie e figli senza preoccuparmi di organizzare alcunché e sparire così fino a sera. No. Vorrei essere un uomo perché voi, nel DnA avete una marcia in più: la memoria storica, calcistica. E ve la invidio troppo. Voi siete capaci di ricordarvi i risultati di partite che non avete neppure visto, i marcatori di vent’anni fa, le singole azioni, gli arbitri che hanno espulso e ammonito chi. Riuscite a fare similitudini tra un gol di Sanchez ed uno del Re appena lo vedete e a ricordarvi giorno, anno, avversario e minuto del goal. Io no. E questa cosa mi fa incazzare parecchio. In realtà credo sia un problema tutto femminile. Sarà che noi siamo state programmate per ricordare altro. Tipo quando hanno iniziato a camminare i bambini, che anno era quando ci siamo innamorate per la prima volta, la canzone del primo lento, il primo bacio, anzi, meglio il secondo, un odore, un sapore, l’anniversario di matrimonio (confesso, prima che lo dica lui, che l’anno scorso se l’è ricordato mio marito e non io), il vestito che indossavamo quel particolare giorno di quel particolare anno e le scarpe che ci abbinammo sotto. Bè, io farei volentieri a cambio, almeno per un giorno. Mi piacerebbe farmi intervistare, magari alla radio, e partire con citazioni, ricordi, elenchi a raffica, fare la saccente, la sotuttoioemiricordotutto, la donna oltre i canoni, la wondertifosa, la donna perfetta per i sogni calcistici degli italiani. Rispondere ad un’interrogazione in piena regola, insomma. Solo che non ho proprio la capacità, la memoria. Me la sono giocata negli anni, forse. In fin dei conti, un tempo ricordavo  anche tanti numeri di telefono in più, perciò. Insomma, se qualcuno volesse fare a cambio memoria con me per un giorno accetterei. Annoterei tutto in un bel quaderno e ripasserei ogni giorno la lezione. Il tempo di trovare un posto in tv o in radio o sul massimo quotidiano sportivo esistente al mondo. Vabbuò, non fa niente. Mi tengo il Napolista (e Gallo!), che domani si festeggia pure il compleanno. Superiamola così sta’ pausa campionato, che già mi annoio al solo pensiero delle nazionali, che non se ne può già più. Non ho in programma alcun weekend, al massimo vado a pranzo da mia madre. Insomma, mi sento di morire. Penso già a maggio. E nunn’ è pe’ nient’ buon’. E Forza Napoli. Sempre.
di Ilaria Puglia

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