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Rigori e turn over
al bar Novecento

Clima infuocato al Bar Novecento, questo lunedì post ennesima vittoria esterna. La colpa è del fantomatico uomo col cappello da ciclista, che pare avere un talento speciale per far imbestialire Gianni. “Io mi domando e dico: come si fa, a dire una cosa del genere? Dotto’, ma vi rendete conto? Il signore, qua, dice che se abbiamo vinto è per merito dell’arbitro, o meglio del suo assistente che non ha visto il fuorigioco di Hamsik. Nientemeno, con tutto quello che abbiamo passato!” L’uomo col cappello da ciclista, serafico, commenta: “io non ho detto questo. Ho solo detto che se diciamo che col Milan abbiamo perso per il rigore dato a vanvera, e che col Brescia non abbiamo vinto perché ci hanno negato due rigori, allora dobbiamo essere onesti e ammettere che se non ci davano il gol in fuorigioco magari la partita non la ripigliavamo più.” Antonio, manovrando piastra e hamburger, è filosofico: “certo, quello che dice l’amico qua un fondo di verità lo tiene. Almeno dal punto di vista della logica. Io penso che col Milan si perdeva comunque, e che ieri si vinceva comunque. Le partite stavano andando su quella via, quando una squadra costringe l’altra nella sua area prima o poi, salvo giornate stortissime, la palla entra.” Gianni sbuffa come la sua macchina del caffè: “a parte che come al solito manca la riprova, rimane che col Brescia ci hanno tolto due punti chiari come il sole, pure secondo questo ragionamento contorto che state facendo. E con due punti in più siamo davanti all’Inter, che deve venire qua e deve pure giocare il derby, e a quattro dal Milan che sta in evidente affanno. Insomma, con un rigore negato guarda che danno riescono a fare!”
Lino cerca di riportare il discorso sul calcio giocato, dividendo euro da centesimi senza guardare (mi chiedo come accidenti faccia, io continuo a distribuire i due euro al posto delle monete da un euro allegramente): “comunque, la cosa importante è il rientro del Pocho: anche se come al solito ha messo tre o quattro palloni in curva, e pure il gol lo ha segnato cadendo, con lui è un’altra cosa. Apre le difese, quando prende la palla si ha sempre l’impressione che possa succedere qualcosa. Con lui in campo, con Brescia e Milan non c’erano rigori che tenevano.” Gianni condivide, e aggiunge: “e perché, dotto’, Ruiz non vi è piaciuto? Secondo me è giocatore vero, lanci così precisi dalla difesa non si vedevano dai tempi di Krol. Quando si tratta di saltare il centrocampo, cosa che spesso coi giocatori che teniamo è necessaria, è una soluzione di gioco importante. Senza contare che mi pare buono pure in marcatura e non fa grosse fesserie, insomma se Mazzarri insiste con Aronica è pazzo. Pure Yebda e Zuniga mi pare che stanno meglio di Gargano e Dossena, e lo stesso Santacroce non è andato male.”
L’uomo col cappello da ciclista ha da ridire: “e va be’, quando le partite si vincono giocano bene tutti quanti. In realtà Santacroce ha ballato con Palladino, facendo un sacco di falli come al solito, Yebda sbaglia meno di Gargano ma corre la metà della metà e Zuniga ha fatto due discese in tutta la partita mangiandosi un gol e sbagliando il passaggio a Cavani in contropiede.” Lino lo guarda con livore, ma ammette: “diciamo piuttosto che il problema è proprio il Matador, che è rimasto fermo sulle gambe tre o quattro volte. Io lo farei riposare col Cagliari, per averlo a posto con la Lazio.” Gianni scuote il capo nel vapore: “per carità! E tu vorresti giocare una partita fondamentale, come saranno tutte da qua alla fine, con Mascara o Lucarelli?” .Antonio mormora, quasi a se stesso: “e allora, che li abbiamo comprati a fare?” Bella domanda, direi.
Maurizio de Giovanni, 14 marzo 2011

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