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Dottò sapete qual è la differenza? Qui si pensa

“Dotto’,” mi apostrofa Lino con un sorriso che va da un orecchio all’altro, “ma lo sapete che oggi, più o meno, è un anno che attraverso il Napolista chiacchieriamo e commentiamo tra tutti i tifosi di quello che succede al Napoli? Mi pare un successo, no?”
L’immancabile uomo col cappello da ciclista (ma che fa questo, per campare?) sbuffa con sufficienza: “e va be’, che sarà mai, un sito di notizie sul Napoli. Ce ne stanno tanti, e molti di quei tanti dicono un sacco di fesserie.” Gianni emerge dal vapore, a muso duro: “e no, non tocchiamo il Napolista. Ci sta una differenza enorme, tra questo e gli altri siti. Qua si commenta, ognuno a modo suo, con la sua voce e le sue idee. Le notizie sono semplici, no, dotto’? Si pigliano le agenzie, ci si collega con Sky Sport 24, si fa una telefonata a qualche procuratore amico ed ecco che si riempie il sito.” Antonio rincara, sbattendo un hamburger sulla piastra: “Un sito di commenti, invece, è un’altra cosa. I commenti sono quello che di bello viene dal calcio per chi non gioca a pallone. Con i commenti chiunque, professori, giornalisti, semplici appassionati possono rivivere le partite litigando, facendo pace, chiarendosi e polemizzando per tutto il tempo che si vuole…” e Lino conclude: “… così la partita, caro signore, non finisce mai. Il Napolista questo ci dà, a noi appassionati: la partita, il campionato, la coppa infiniti.”
L’uomo col cappello da ciclista non si dà per vinto: “sì, ma poi alla fin fine i commenti servono a poco. Le squadre vanno in campo e giocano, no? Che altro c’è?”
Gianni ride, sardonico: “c’è che si pensa, ecco che c’è. Ognuno vede quello che vuole, in una partita. Mica solo la vittoria, il pareggio o la sconfitta. Abbiamo avuto discussioni infinite, no, dotto’? Pure quando si è vinto bene, non tutti eravamo d’accordo.” Antonio conferma: “e sì, perché si può sempre migliorare. Anzi, si deve migliorare. I tifosi possono dare una mano, e lo fanno mettendoci sì il cuore, ma pure il cervello. Ci si confronta, sempre volendosi bene.”
L’uomo si stringe nelle spalle: “e va be’, diciamo allora che i commenti servono. Ma che ha, questo vostro Napolista, in più o di diverso dagli altri siti?”
Lino, con aria di sufficienza: “la differenza è enorme. La qualità di chi commenta, prima di tutto. E non parlo delle professioni che fanno nella vita, ma del modo di scrivere. Passione, passione azzurra allo stato puro, che scorre nelle vene e rimbalza nei cervelli.” Antonio: “passione, passione azzurra, che non è uguale per tutti, c’è chi piange, chi ride, chi si incazza, chi sfotte.” Gianni: “passione, passione azzurra: la stessa che ti fa cominciare a parlare senza nemmeno salutarsi, la stessa che ci porta qui dentro, in un baretto minuscolo vicino a via Toledo, a parlare sempre e comunque di un solo argomento, legato a un singolo evento settimanale, e ogni discussione è diversa dalle altre.”
E poi, dico io, certe penne sono proprio baciate dal talento, no? “E come no, dotto’!”, ammette Lino: “io per esempio esco pazzo per Bracale, quello che scrive in napoletano. E naturalmente per Trombetti, ‘o prufessore, sempre limpido nelle analisi e divertentissimo nella scrittura.” Gianni ha le sue preferenze: “io mi incanto con Ilaria Puglia, mamma mia e che darei per tenere vicino una femmina così, non come quell’ignorante della fidanzata mia che con lo Steaua a metà secondo tempo mi chiese: scusa, ma il Napoli qual è? E per il direttore, Massimiliano Gallo, ma come si può fare, dotto’, se io mi trovo sempre d’accordo con lui?” Antonio specifica i suoi cavalli di battaglia: “e i Grandissimi Carratelli e Liguoro, che ne vogliamo dire? Ti fanno ridere e ti commuovono contemporaneamente. Io poi che sono giovane e certe cose non me le posso ricordare, manderei un mazzo di fiori a Pedersoli, a Novi, a quelli che mantengono il contatto col Grande Napoli che è stato.”
Commento che mi dispiace che i fratelli non abbiano anche conosciuto queste persone, amici eccezionali e compagni di serate fantastiche oltre che fantastici scrittori e giornalisti. E che pure i semplici commentatori, quelli che intervengono nelle discussioni, meritano un grande applauso perché è attraverso di loro che si concretizza quella caratteristica di grande tavolino da bar virtuale che è il Napolista.
Lino però specifica: “no, dotto’, scusatemi. Più che un tavolino da bar, a me il nostro Napolista mi dà l’idea dei distinti, sapete, in quell’ora che viene prima della partita. Il momento che a me mi piace di più, le chiacchiere in libertà, presi dall’aspettativa di quello che deve succedere.”
Riflettiamo sull’emozione, quando l’uomo col cappello ci sorprende dicendo: “sì, però certi commentatori, come Ricchiuti, valgono oro. Volete mettere, a tenere uno juventino sotto mano in annate come queste? E chi se lo perde, io il lunedì all’alba per prima cosa mi connetto e me lo vado a cercare!”
Dobbiamo trattenere Gianni dal lanciargli una tazzina bollente addosso. Poi però scoppiamo tutti a ridere, e io mi offro di pagare un giro celebrativo di aperitivi. E buon compleanno Napolista a tutti.
Maurizio de Giovanni

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