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L’intifada napolista
a casa dei romatristi

Caro Max, la settimana d’attesa sarà stata infernale, ma vuoi mettere l’anno di goduria che ci attende fino al prossimo Roma-Napoli? Dico, le hai viste stamattina le facce dei romatristi? E la tribuna Monte Mario ieri sera, che sembrava di stare al San Paolo, loro che andavano via e noi in piedi a cantare? E allora, dopo una settimana terribile, è giunto il momento di fare qualche dedica. E di togliersi qualche pietra dalla scarpa. Una sorta di intifada napolista.Ad Ashoka, il mio portiere, quello che «Napoli perdesi, vince Ruma» (e che oggi per punizione sta passando il suo giorno libero a tentare di sbianchettare con l’alcol le scritte «Cavani» che ho fatto con l’uniposca su tutte le targhette del citofono).
Ai romanisti, quelli che ci hanno riempito di sms tipo «ve gonfiamo, ve sfonniamo, ve pijamo» (e che dopo si sono divisi tra quelli che «io la partita manco l’ho vista» e quelli che «guarda che ho un trisnonno napoletano, sono stato contento lo stesso». Che brutta cosa rosicare).
Ad Antonio, il mio oste, quello che da oggi voleva mettere sul menù le «polpette di Mazzarri» (e che invece da domani cucinerà Cavanelli cacio e pepe, se proprio non trova i frutti di Marek freschi).
Al mio direttore, quello che su questo sito ha promesso pubblicamente che se giocava Dossena e il Napoli vinceva non mi avrebbe mai più chiesto un titolo sul Pd (e che se non mantiene la parola giuro mi rivolgo al cdr, mentre su Dossena sarebbe il caso di riparlarne).
A mia figlia, quella cui avevo assicurato una gita allo zoo se vedevamo undici leoni in campo (e che oggi è ancora più contenta: «Mamma, non c’erano solo i leoni. Ho visto anche due lama»).
Al mio medico, quello che «lei ha la polmonite e deve restare a casa, tanto che ci va a fare allo stadio a prendere freddo se il Napoli perde sicuro?» (e che, considerato che ha sbagliato il pronostico e che io non sono schiattato, spero abbia almeno indovinato la diagnosi).
A Roma, quella che a ogni angolo di strada mostra fiera la sua insegna SPQR (e che da oggi si dovrà abituare alla sua traduzione napolista: «Sono Purgati Questi Romanisti»).
E, soprattutto, a Massimiliano Gallo. Sabato avevo quasi deciso di rinunciare ad andare allo stadio. Prevedevo già una serata coperte, minestrina e Sky. Poi, alle 15.37, il bip del cellulare m’ha annunciato l’arrivo di un sms: «Ho una strana sensazione…». E’ stato un attimo. Via dalle coperte e sotto la doccia. Leggere il tuo messaggio m’ha fatto capire che no, che dopo una settimana terribile noi napolisti a Roma ieri sera all’Olimpico proprio non potevamo mancare. E meno male…
(Post scriptum. Come entrano quattro romanisti in una Smart? Due all’andata e due al ritorno).
Gianluca Abate

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