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Spongebob è juventino
e mio figlio cambiò canale

Siamo sicuri che in tribuna divano la prova tv non c’è? Potrei beccarmi cinque giornate di squalifica per maltrattamento di minore e insulti a un cartone. Nel dubbio, voglio chiarire, mi sento un po’ come Rosi e Lavezzi, in attesa della mannaia. Gridando, ho detto a mio figlio che Spongebob è juventino. Il piccolo (mio figlio) se n’è andato nella sua cameretta, praticamente piangendo. Ma mi faccia giustificare, signor giudice. La partita Roma Napoli era appena finita. L’ho vista insieme a un amico, Dario, e a mio figlio, che sta crescendo con sani principi: a sette anni e mezzo, già da due fa scuola calcio, tifa Napoli, colleziona le figurine Panini e ha visto tutti i gol di Maradona. Insomma, un’educazione moderna, europea, sportiva e soprattutto obiettiva. Però al bambino interessa soltanto la partita, i 90 minuti (o 95, fate voi). Il prima e il dopo, i commenti, le interviste, quelle non vuole vederli. Nel bel mezzo dell’intervista a Mazzarri, approfittando della mia distrazione, cambia canale e appare sullo schermo Spongebob, la spugna di mare che vive a Bikini Bottom. Per educazione, Dario ha taciuto. Io mi sono arrabbiato e ho imposto, gridando, di ritornare sul canale della partita: “Tra l’altro, lo devi sapere, Spongebob è pure juventino”. Se proprio mi dovete condannare, signor presidente e signori della corte, concedetemi le attenuanti del caso. Chiedo scusa a Spongebob e a mio figlio. Ma Roma Napoli 0 – 2 la si aspettava da diciotto anni.

p.s.

Fate conto che questo p.s. sia un post, il primo. Non si offenda Ricchiuti e con lui il popolo juventino. Spongebob è giallo e rosso. Quindi, al limite è romanista.

Giuseppe Pedersoli

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