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Rossi: Per i tifosi se usciamo non è un disastro

Ciudad Deportiva del Villarreal rispecchia l’immagine del club. Un piccolo gioiello costruito nella provincia profonda, città da 50.000 abitanti, primo sbarco in Liga appena 13 anni fa, tifo tutto rivolto verso Valencia, 70 km più in là. Allenamento rigorosamente aperto, due scuole medie scozzesi in visita, nessun macchinone nel parcheggio dei giocatori. Il portiere Diego Lopez, cresciuto al Real Madrid, se ne va su una vecchia Golf. Da 4 anni Giuseppe Rossi vive qui, cercando (con successo) di costruirsi un nome nel calcio mondiale.
Qual è la difficoltà maggiore?
«La mancanza di pressione. Il pubblico ci vuole fin troppo bene. La società è giovane, la città piccola, ci vuole tempo per costruire un tifo capace anche di essere “cattivo”, nel senso buono. Se giovedì usciamo col Napoli per i tifosi non cambierà molto, per noi sarebbe un disastro. Penso che in un momento come questo, con 4 partite senza vittorie, un po’ di pressione ci farebbe comodo. Invece qui gli stimoli te li devi creare e non sempre è facile».
Oggi vi siete allenati solo col pallone.
«È sempre così. In Italia si curano tanto la tattica, la posizione. Cose utili, ma nel calcio conta la palla. Bisogna saperla toccare, dirigere, muovere con la squadra. Qui è sempre al centro, in Italia meno, e per questo il calcio spagnolo è il più bello, il Barça la squadra più forte, la Spagna campione del Mondo e d’Europa».
Filippo Maria Ricci
La Gazzetta dello Sport

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