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Calciatori modelli di vita?
Preferisco il Villarreal

Ieri per un attimo sono stata presa dall’ansia. La squalifica di Lavezzi, il tam tam in giro nel web, il pensiero che vola alla partita contro il Milan senza di lui che scompiglia le difese avversarie, tutto legittimo. Sono ore che cambio continuamente parere sul Pocho e un po’ lo si è visto nei miei altalenanti commenti. Una cosa però mi preme dirla. Trovo assurdo che si possa ipotizzare che il modello di comportamento, oggi, debba essere un calciatore, che abbia diciotto anni o venticinque (a meno che non si tratti di Cavani e della sua fede, al momento). Mi rifiuto proprio, ecco. Mi rifiuto di credere che i miei bambini possano trarre esempio da uno che a vent’anni gira in Ferrari, è pieno di tatuaggi, ha già moglie e figli, guadagna milionate con gli sponsor e tra dieci anni sarà già vecchio da essere considerato finito: sarebbe come prendere ad esempio un tronista di Uomini e Donne. Piuttosto inibisco loro l’uso della tv e mi trasformo in mamma antiquata e megera.
L’educazione ai figli la diamo noi genitori, siamo sempre noi che spieghiamo loro il confine tra buono e cattivo, giusto e sbagliato e poi dobbiamo soltanto affidarci al Padreterno e sperare facciano tesoro e buon uso dei nostri insegnamenti. In fin dei conti, se volete che ve la dica tutta, poco me ne frega della squalifica del Pocho e di tutte le parole che leggo in giro. Sono arrabbiata con lui, piuttosto.
Oggi, però, dall’arrabbiatura voglio trarre energia positiva, preferisco concentrarmi sul Villarreal, sulla partita contro il Catania, su tutto quello che c’è tra qui ed il Milan, che, al momento, sono solo 3 punti. Non ci penso proprio ad abbandonare il mio sogno. Questo è stato l’anno dei tabù sfatati. Questo è l’anno in cui abbiamo qualcosa in cui credere, per cui lottare. Questo è l’anno in cui da settimane siamo al secondo posto, il cielo è azzurro e io godo di momenti di assoluta felicità, pura, estasiante, meravigliosa felicità. Non ce la faccio a piangere, ad arrendermi. Ci credo. Punto. Voglio vincere tutto, con o senza Pocho. Perciò piena fiducia a Mazzarri e allo spogliatoio. Sosa al posto di Lavezzi o Mascara in campo e prendiamoci tutti i punti che si possono portare a casa con questa squadra favolosa. Ma smettiamola di lasciare che ci considerino i fetenti della situazione e smettiamo pure di piangerci addosso, di parlare di complotti, ricorsi e roba varia. Se la squadra c’è, c’è pure senza il Pocho. Ho bisogno di qualcosa in cui credere e proprio non voglio farmela portar via, la difenderò con i denti e con le unghie. Facile parlare per chi non è qui, nel profondo Sud. A me resta il Napoli, resta l’azzurro. Per la paletta, se lo voglio! E Forza Napoli. Sempre.
Ilaria Puglia

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