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Basta Lavezzi, Catania più pericoloso del Milan

La voglio dire grossa. Vedo più difficile questa partita col Catania al “San Paolo” che non la sfida di San Siro col Milan a fine mese. Il Milan, si sa, è forte. Ma è “identificabile”. Si sa come gioca, se ne conoscono i punti di forza e quelli deboli. Le contromosse sono “automatiche”. E a Milano il Napoli venderà cara la pelle dopo la discutibile conferma della squalifica a Lavezzi. Non sarà un vantaggio per il Milan perché avrà di fronte undici leoni azzurri.
C’è da vendicare anche la sconfitta dell’andata (1-2). Al Napoli sarebbe potuta andare meglio. C’è il ricordo della beffa del Pocho ad Abbiati, la scucchiaiata del pallone in rete sotto il naso del portiere r
ssonero.
Alla tremebonda capolista, che sente arrivarle addosso l’Inter, Peppuccio Mascara, picciotto di Caltagirone che sostituirà Ezequiel, potrebbe rifilare uno di quei suoi tiri ad effetto Jabulani. Ne è capace, coraggio!
Punto molto sulla partita contro il Milan e contro le televisioni del Cavaliere sperando di ritrovarci lunedì sera a Milano con in tasca una prodezza a Villarreal.
Torniamo al Catania, questa autentica nazionale argentina all’estero, tredici gauchos nella “rosa” etnea, nove sicuramente in campo al “San Paolo” domenica sera, la prima di cinque notturne (la befana vien di notte) prossimamente sullo schermo azzurro.
Una squadra, quella siciliana, con tre Ezequiel (Carboni, Schelotto, Llama), un paio di Pablo (Alvarez e Ledesma) e con quel Maxi Lopez, biondone del gol, quest’anno meno prodigo di reti (buon per noi). In panchina è arrivato un altro figlio della pampa, Diego Simeone, 41 anni, fosforo argentino nell’Inter e nella Lazio campione d’Italia undici anni fa.
Il Catania quintultimo è squadra superiore alla classifica che ha (+4 sulla zona-retrocessione). Ha esterni veloci (Schelotto e Gomez a destra, Alvarez a sinistra) e un play di talento come Adrian Ricchiuti che ci ricorda i tempi della serie C contro il Rimini in cui era un asso prodigioso. Tra i pochi italiani, l’acquisto di gennaio Ciccio Lodi, napoletano, che con due punizioni irresistibili ha appena steso il Lecce, prima vittoria della gestione-Simeone dopo tre sconfitte e un pareggio.
Non facciamoci ingannare dal deprimente ruolino esterno dei catanesi (nessuna vittoria e quattro pareggi in dodici trasferte). Di questo Catania malmesso non mi fido. Ha energie fresche ed è veloce, sa pizzicare in contropiede facendo correre la palla pettinando l’erba.
Il Napoli sarà “appesantito” dal match di metà settimana col Villarreal? Si è giocato a ritmo lento, ma gli azzurri hanno speso molte energie nervose, concentratissimi sulla gara contro un avversario sornione, chiuso in difesa, insidioso nel palleggio stretto. E’ stanco Cavani? Due palle-gol mal gestite contro gli spagnoli si spiegano solo con una condizione fisica appannata.
Torna Hamsik a pieno titolo dopo il primo tempo in panchina contro il Villarreal. Ma a centrocampo (è stanco anche Gargano?) servono tonicità e aggressività.
La difesa azzurra sfodera il primato di 562 minuti di imbattibilità al “San Paolo”, bel record per De Sanctis e per i combattenti delle retrovie ora meglio protetti dai centrocampisti e dagli esterni. L’ultimo gol entrato nella porta azzurra a Fuorigrotta è lontano tre mesi (Meggiorini del Bologna asfaltato con quattro gol).
Prima non prenderle è una vecchia massima del calcio italiano che torna utile se la condizione non è brillante e Controcampo squalifica Lavezzi.
Non fidarsi di questo Catania a passo ridotto (Mazzarri l’avrà detto ai suoi). Incoraggia questo Napoli più maturo, più sicuro, più paziente nelle partite difficili. C’è da augurarsi di “rompere il ghiaccio” subito. Con un gol in saccoccia prima di soffrire troppo, la serata sarà favorevole.
Edinson, togli la “n” e accendi la luce. Forza Cavani, dai fuoco alla miccia.

MIMMO CARRATELLI

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