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Platini: Voglio i campionati d’estate

Profondo rosso. Il calcio europeo affonda nei suoi debiti. L’Uefa snocciola le cifre e spiega, con grafici e slides, cosa succederà col FFP (financial fair play), partito quest’anno e che prevede le prime sanzioni nel 2013-’14. Le cifre (bilanci 2009): ricavi 11,7 miliardi di euro (+ 4,7%), costi 12,9 (+ 9,3%), perdite record 1,2 miliardi (+85%; nel 2008 erano “solo” 578 milioni). Ad affondare i club, metà dei quali dichiarano perdite, soprattutto gli stipendi dei calciatori: incidono, mediamente, per il 64% (in Italia del 72%) del fatturato. Se il FFP fosse già in vigore, 11 club dei 235 iscritti quest’anno alle Coppe sarebbero a forte rischio, qualcuno non si potrebbe nemmeno iscrivere. I nomi? Niente nomi, ufficialmente. Ma si sa che le società inglesi (Chelsea e Manchester United) sono in affanno e fra i club che dovranno “ripulire” i loro bilanci ci sono anche Inter e Milan: ma Moratti e Galliani hanno già iniziato un percorso virtuoso.
Presidente Platini, il calcio europeo è immorale?
“Dov’è la moralità se chi vince, quasi sempre è sopra le regole e le leggi? Noi adesso mettiamo le regole, e indietro non torniamo di sicuro. Ma nessuna caccia alle streghe, niente black list anche se in privato parleremo con certi club… Basta con le fughe in avanti, sono gli stessi proprietari che mi hanno chiesto aiuto. Noi vogliamo dare un futuro al calcio. L’obiettivo è il pareggio di bilancio: si spende quello che si incassa. Come si fa? Taglio agli ingaggi ma non il salary cap come ha spiegato Rummenigge (presidente European Club Association, ndr) perché non siamo negli Stati Uniti, poi rose ridotte (massimo 25 giocatori), più investimenti sugli stadi, più cura dei vivaio…”.
Mai invidiato quello che guadagna Ibrahimovic?
“No. Io, quando giocavo, nella Juventus mica sapevo quello che prendevano gli altri. Il mio comunque era un football dove non c’erano soldi. L’Avvocato Gianni Agnelli e Moratti padre, sì, mettevano un po’ di quattrini ma fa ridere rispetto ad adesso”.
Che succederà ai calciatori?
“Niente: chi guadagna oggi 15 milioni di euro ne prenderà 2-3. Sempre venti volte più di Pelè…”.
E se col FFP la sua Juventus rischiasse di rimanere fuori dalle Coppe?
“La mia Juve e il mio Nancy, semmai. Le squadre della mia vita. Se saranno fuori, beh… I presidenti si prenderanno le loro responsabilità, no? La Juve ora non fa la Champions League ma non per questo non gioca a calcio”.
In campionato intanto annaspa come lo scorso anno.
“L’ho vista in tv col Napoli, sino al secondo gol di Cavani. Ci sta di perdere al San Paolo, non è una vergogna. Veniva da una serie di buoni risultati, a parte quei pareggi col Salisburgo e col Lech Poznan. Certo – dice con un sorriso – se continua così, chissà quanti mandati mi serviranno all’Uefa prima di poterle consegnare la Champions League?”.
Il calcio italiano dal 2012 avrà solo tre squadre nella massima competizione Uefa. Un dramma.
“Perché? È un problema vostro: contano i risultati del campo, no? E nel ranking Uefa siete indietro, adesso. Noi ora vogliamo valorizzare di più i campionati nazionali perché la Champions, secondo qualche giocatore, è diventata più importante di una Coppa del Mondo”.
In Italia ci sono pochi giovani calciatori: è davvero un paese per vecchi?
“Non lo so. La vostra Under 21 vinceva, o sbaglio. Ai miei tempi comunque c’erano solo due stranieri, e migliori”.
Quale suggerimento tecnico vorrebbe dare per il futuro?
“Che gli arbitri proteggessero di più il calcio. Come? Facendosi rispettare: hanno il cartellino giallo, lo tirino fuori al momento giusto. E poi bastava invertire la punizione quando Sergio Ramos del Real perdeva tempo evitando così l’ammonizione…”.
Come voleva quel furbacchione di Mourinho. A proposito, giusto che abbia vinto lui il premio di miglior tecnico?
“Per il pallone d’oro io avevo votato Xavi, Iniesta e Sneijder: non è uno scandalo che abbia vinto Messi ma l’anno dei Mondiali vince sempre un protagonista dei Mondiali. Ricorda Paolo Rossi nell’82? Il prossimo anno comunque l’Uefa avrà un suo pallone d’oro e voteranno solo i giornalisti dei 53 Paesi europei. Il premio ai tecnici? Mah, è la prima volta che c’è: non ho idea. Ho stima di Mourinho come di Del Bosque. Bravi e interessanti tutti e due. A Mou dico sempre: chiamami Michel, non presidente”.
Il Mondiale in Qatar nel 2022 vi ha dato un assist: rivoluzionare i calendari, giocando i campionati europei in estate e non più in inverno.
“Secondo lei, a Torino e Milano preferirebbero andare allo stadio quando ci sono 30 gradi o meno 10? Il tema dei calendari sarà quello dei prossimi anni: dovremo fare una riflessione tutti insieme. Io ho una buona idea. Ma dobbiamo parlarne prima con la Fifa, è Sepp Blatter che decide su questi argomenti. Possiamo fare il Mondiale in Qatar nel 2022 a gennaio, bloccando così i campionati europei per due mesi, oppure ripensare tutto il calendario. D’altronde, 40 Federazioni d’Europa, su 53, in inverno non giocano. Ma non sarà per niente semplice convincere le altre”.
Fulvio Bianchi (Repubblica.it 12 gennaio 2011)

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