Il San Paolo esplode che notte

Notte di sogno. Notte di trionfo. Notte di entusiasmo. Vibrano le scalee del San Paolo (60mila spettatori) alle prodezze degli azzurri. Come ai tempi di Maradona. Stadio da Champions. Squadra da secondo posto. Tre a zero secco alla Juventus, sempre battuta a Fuorigrotta dal Napoli di De Laurentiis. Con la Juventus è sempre una partita […]

Notte di sogno. Notte di trionfo. Notte di entusiasmo. Vibrano le scalee del San Paolo (60mila spettatori) alle prodezze degli azzurri. Come ai tempi di Maradona. Stadio da Champions. Squadra da secondo posto. Tre a zero secco alla Juventus, sempre battuta a Fuorigrotta dal Napoli di De Laurentiis. Con la Juventus è sempre una partita speciale. E’ la partita dell’anno. E stavolta la sfida valeva il secondo posto. Tre giorni dopo la prova-non-prova con la sconfitta di San Siro, il Napoli risorge a tutto campo. Tre colpi di testa di Cavani (di nuovo in vetta ai cannonieri, 13 gol come Di Natale) frantumano il disegno tattico di Delneri. Tornano alla ribalta i tre re magi azzurri, si riscatta l’intera squadra: compatta, reattiva, veloce. Perno del successo un superlativo Pazienza, battitore libero davanti alla difesa, pronto sui raddoppi, svelto nell’impostare il gioco.
La Juve aveva un disegno preciso, ma con una formazione scombiccherata. Correre sulle fasce con Krasic e Pepe servendo continui cross alle torri Amauri e Toni. La difesa del Napoli non si è fatta travolgere dalla fisicità juventina. I duri (Cannavaro e Campagnaro) ribattevano colpo su colpo alla possanza dei corazzieri bianconeri. I piccoletti (Grava, Pazienza, Gargano) se la cavano con l’anticipo o attorcigliandosi all’avversario più potente.
Il disegno tattico di Delneri è fallito perché sulle corsie ha funzionato meglio il Napoli. Maggio e Dossena hanno giocato meglio di Krasic e Pepe, non solo in fase offensiva. I due azzurri rientravano a proteggere la difesa come non facevano i due esterni bianconeri. E i gol del Napoli sono venuti dai cross sulle fasce: Maggio per il primo gol di Cavani (20’), Dossena per il raddoppio del Matador (27’), Hamsik per la “tripleta” dell’atleta di Cristo.
La Juve non è entrata mai in partita. Formazione discutibile. Traorè invece di Grosso terzino sinistro. Amauri invece di Del Piero. Toni in campo, acquistato all’ultimo momento. Non ha funzionato l’intesa fra Toni e Amauri. Senza Del Piero, la Juve non ha avuto il giocatore di genio (in ombra Aquilani) per creare gioco e sfoderare il colpo di grazia. Sugli errori di Delneri (che poi ci ripensava: 46’ Grosso per Traorè, 52’ Del Piero per Amauri) ha picchiato un Napoli in salute, grande, grandissimo.
Era lo stesso Napoli di San Siro con la sola novità di Grava (per Aronica) a destra con Campagnaro dirottato a sinistra sulla corsia di Krasic. Ma non era il Napoli di Milano. Era un Napoli convinto, determinato, veloce. Giocava contro la migliore difesa esterna del campionato. In nove trasferte, la Juve aveva subito 5 gol. A Napoli ne ha presi tre in meno di un’ora. E per il Napoli è stata la quinta vittoria consecutiva in casa, record assoluto nella storia azzurra, un altro vanto per Mazzarri.
Vittoria strepitosa e secondo posto in solitudine, scavalcando la Lazio, a quattro punti dal Milan capolista. Delle prime sei squadre in classifica, il Napoli è stata l’unica a vincere in chiusura del girone d’andata.
La Juventus cercava subito di passare con i cross. Erano pesanti le assenze dell’infortunato Quagliarella e dello squalificato Melo. A centrocampo il Napoli imponeva una maggiore inventiva, una maggiore mobilità, con i tre tenori in continuo movimento che non davano punti di riferimento. La difesa della Juventus andava in bambola. Gargano avviava l’azione del primo gol con l’allungo a destra per Maggio. Cross invitante e colpo di testa vincente di Cavani fra quattro difensori juventini impalati (20’).
Ci pensava De Sanctis a proteggere immediatamente la serata di gloria sventando in angolo l’unico tiro pericoloso della Juventus (23’ gran sinistro di Amauri). Forse è sembrata fiscale la decisione dell’arbitro di annullare, su corner, il gol di testa di Toni (24’ carica su De Sanctis non proprio evidente). In ogni caso, questo era il poco che la Juventus riusciva a produrre, fulmineamente abbattuta dal secondo colpo di testa di Cavani (27’) sul cross da sinistra di Dossena. Da destra e da sinistra arrivavano per il Napoli quei cross che non riuscivano alla Juve.
Krasic, il pericolo pubblico numero uno, non trovava mai lo spunto vincente. Campagnaro resisteva alle penetrazioni del biondone serbo e Pazienza era prontissimo al raddoppio. Sull’altro lato, Pepe non aveva migliore sorte chiuso dai rientri di Maggio e dalla magnifica gara di Grava. Al centro Cannavaro resisteva all’urto di Toni. La Juve veniva così spenta nei suoi punti di forza. Imbrigliato anche Amauri sul quale chiudeva persino Grava.
Nella ripresa, Delneri correggeva la formazione (Grosso per Traorè e Del Piero per Amauri), ma la partita restava in pugno al Napoli. Statica la formazione bianconera, vibrante e veloce quella azzurra. Il terzo gol nasceva dall’impegno caparbio di Lavezzi nel sottrarre la palla alla difesa torinese. Tocco del Pocho per Hamsik e splendido cross da destra dello slovacco sul quale si tuffava di testa Cavani.
Tre a zero secco, risultato che rispecchia in pieno la partita dominata e stravinta dal Napoli. In campo nel finale Aronica (68’ per Dossena), Yebda (78’ per Hamsik), Sosa (84’ per Cavani). Unico neo nella serata di gloria e di gol, l’ammonizione ad Hamsik (fallo in fase difensiva su Chiellini) che escluderà lo slovacco (diffidato) dal match di sabato al San Paolo contro la Fiorentina, inizio del girone di ritorno.

MIMMO CARRATELLI

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