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L’atmosfera è tesa
al bar Novecento

Gran fermento, al bar Novecento; uno si aspetterebbe un clima da post-facile-vittoria, con qualche sereno complimento a chi meglio si è messo in mostra, e invece l’atmosfera è tesa. Colpa di un serrato confronto tra l’Uomo col Berretto da Ciclista, misterioso avventore fisso che non si sa bene che lavoro faccia, e Gianni, il nostro magico manovratore della monumentale macchina del caffè.
“Ah, finalmente, ecco il dottore!”, esclama quest’ultimo quando mi vede entrare; “diteglielo voi, dotto’, a questo signore, che da partite come quella di ieri non si può tirare nessuna conclusione. Quello, il Bologna, già è una mezza chiavica a ranghi completi; poi non si è portato nessuno di quelli decenti, Britos, Viviano, Mudingay, Di Vaio soprattutto; e comunque un altro poco e pareggiavamo pure, grazie al loro centravanti Cribari.”
L’Uomo col Berretto insiste sulle sue posizioni: “che c’entra, questo era l’ottavo di finale, si doveva vincere e si è vinto. Poi due a uno o quattro a zero poco conta, il risultato in realtà non è mai stato in discussione.” Lino, dalla cassa, sembra d’accordo: “effettivamente, qualche buon segnale pure è arrivato: per esempio Yebda, secondo me, ora come ora sta meglio di Gargano che sta dimostrando quello che io ho sempre detto a muglierema, cioè che il matrimonio fa bene alle donne e male agli uomini. Poi Santacroce, che si va ripigliando, e pure Zuniga che quando sta al posto suo non è malaccio. Pure Vitale, fino all’infortunio, si stava muovendo bene.”
Antonio piastra panini a prima mattina (ma chi è che mangia hamburger a quest’ora?) e rumina ironico: “Appunto, Vitale si è fatto male, dice che teneva la caviglia quanto un pallone. E mo’ voglio proprio vedere se il presidente si muove o no, la rosa già era quella che era, siamo scoperti di altri due uomini. La fortuna è che i due infortuni sono successi a mercato aperto, almeno.”
Gianni interviene. Col tempo e con la foga, manovratore e macchina da caffè sono diventati simbiotici e sbuffano vapore all’unisono: “sarebbe una fortuna se il Presidente cacciasse i soldi. Avete visto che Lucarelli pure ieri, che doveva giocare tutta la partita, è entrato negli ultimi cinque minuti? Questo significa che serve pure un attaccante, che Cavani e Lavezzi non tengono sostituti. E non parliamo di Sosa, che mi viene di dirlo con la zeta tanto che gioca una mappina, che dovrebbe essere il sostituto di tutti e invece è solo il sostituto di se stesso.”
L’Uomo col Berretto non recede dall’ottimismo a oltranza: “e va be’, ma ieri ci mancava Dumitru che qualcosa di buono l’ha fatta vedere, no? E poi vedrete che qualcosa il Presidente la fa, entro fine mese.” Lino conferma: “l’ha detto chiaramente: un difensore mancino viene. E poi non verrà ceduto Santacroce, che non può essere diventato peggio di Grava da che era l’anno scorso il miglior difensore italiano secondo tutti i napoletani. A centrocampo qualcosa servirebbe, d’accordo, ma Yebda vale Pazienza e Gargano, pur con diverse caratteristiche, e in caso di necessità potrebbe giocare pure Maiello, no? Vi lamentate tutti quanti che se ne sono andati troppo presto Insigne e Ciano, se teniamo questo ragazzo allora va inserito, mi pare.”
Antonio scuote il capo: “a sentire a te, siamo a posto. E invece siamo stretti, e lo sai pure tu. Mercoledì c’è l’Inter, una partita secca che abbiamo la fortuna di giocarci in casa, con l’ipotetica semifinale in ballo: che fai, non te la giochi coi migliori? E poi l’altra coppa con gli spagnoli, abbiamo fatto tanto per arrivarci e tu te la vuoi giocare con Maiello e Cribari per far riposare i titolari? E il campionato, con l’occasione di arrivare alla fine in Champions, te lo fai con Sosa e Lucarelli? Il problema non è numerico, è di livello.”
L’Uomo col Berretto cerca una logica: “ma scusate, non eravamo questi pure all’inizio dell’anno? E non è con questi che siamo arrivati fino a qua? Un poco di rispetto, per piacere. Vedrete che con questi uomini andremo ancora avanti.”
Gianni riemerge dal vapore, come un vampiro in Transilvania: “e allora il ritiro si deve fare a Montevergine: perché se a uno di quei tre viene un catarro, stiamo con le pacche nell’acqua. Che la Madonna ce li conservi sani e in forma, almeno fino a giugno!”

Amen, direi.

Maurizio de Giovanni, 19/01/2011

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