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Perché non c’è un coro
per Edinson Cavani?

Dopo Palermo ho pronosticato che al termine del campionato potrei arrivarci muto. Da ieri devo necessariamente correggere il tiro: di questo passo, a fine maggio, non ci arrivo.
Le emozioni che ci sta regalando questa squadra sono da infarto. Il gol di E.T. ancora una volta in “Zona Napoli” è da infarto. E ammetto di non aver resistito: ho trascorso tutta la serata sul web ad ammirare e riammirare quella prodezza prolungando la mia gioia, in preda ad irregolari palpitazioni.
Palpitazioni che si sono vissute ieri in una gara soffertissima nella quale non si è perso esclusivamente perché  un paio di Sanctis lassù hanno provveduto a fornire guantoni divini al nostro numero uno e una forza di Gravità marziana al piccolo-grande terzino casertano. Una gara che dava tutta l’impressione di non potersi sbloccare con una giocata corale o un’azione in velocità, ma solo con un calcio da fermo o una mischia in area. Di fatto la squadra, nel complesso, ha evidenziato una condizione mentale formidabile che ha permesso di stare “dentro” la partita fino all’ultimo secondo, ma di contro, una carenza di idee innegabile. Determinati e vogliosi sì, ma con pochi lucidi pensieri. I continui importanti impegni, le assenze fondamentali e la lentezza dovuta alla stanchezza hanno di certo influenzato la opaca prestazione, ed è giusto ricordarlo, ma proprio alla luce di ciò, cosa avrebbe potuto regalarci la vittoria? Chi? Come? Tutti questi scervellamenti, gli usuali logici ragionamenti e rompicapo da bar non avevano previsto il lampo, la saetta, il tuono. Nessun dio si è azzardato a metterci una mano. Questo personaggio, con sembianze sempre più mitologiche, nei suoi minuti finali, stanco di aspettare, ha preso i 10 compagni, ha preso il mister e la panchina, ha preso l’intero stadio, ha preso tutti gli occhi e le orecchie di chi era lontano, se li è sistemati sulle spalle e ha spaccato la partita in due, regalandoci altri tre punti, gioia e un cuore sempre più malandato. Qui parliamo di un replicante che proviene da un altro mondo, da un altro sistema solare. A Cesena, dopo la partita in cui si consacrò la Matadormania, un tifoso romagnolo mi disse a fine gara: “va beh, voi c’avete Cavani. Quello è un alieno”. E’ proprio così, quello è un alieno. E’uruguaiano, ma una oscura meteorite l’ha portato a Montevideo. E poi, la corsa dopo il boato… Mi viene la pelle d’oca solo a pensarci. Ho ancora l’immagine del suo sguardo fiero ed orgoglioso mentre impettito corre verso la curva a far roteare la maglietta come un condottiero che mostra il vessillo alla propria gente e dice “fidatevi di me, vi farò impazzire”. Lo ammetto, Cavani ieri è diventato il mio supereroe preferito. Ha fatto qualcosa oltre la realtà, oltre il tempo e oltre lo spazio. E’un fenomeno paranormale. Voyager-hai confini della conoscenza-, la trasmissione televisiva che cerca di dare risposte ad eventi fuori dal comune, dovrebbe studiare questo caso anomalo. L’ho ripeto, sono sempre più certo che sia lo spirito vendicatore di qualche anima immortale tipo Il Corvo.  E ce l’abbiamo noi, eh. E non credo che sia diventato solo il mio supereroe, vero?
L’anno finisce come meglio non si poteva immaginare. Bravi, fortunati e soprattutto vincenti. A febbraio si andrà in Spagna, abbiamo consolidato il secondo posto in classifica, alleggerendolo di un bel po’ di chili indigesti, continuiamo a dare pressione a chi ci è davanti, la squadra mentalmente è fortissima e qualcuno nemmeno stavolta ha stappato la bottiglia, ma ha mangiato il pandorino, cosa si può volere di più? Ci sono richieste particolari da fare a Babbo Nataurelio? Ci farà trovare qualche bel regalino sotto l’albero?
Un regalo vorrei chiederlo, ma non a Babbo Aurelio. Mi rivolgo a tutti i tifosi. E’per Babbo Cavani.
Ho sentito e risentito le motivazioni e il corso degli eventi che hanno portato i tifosi organizzati ad avere un atteggiamento più distaccato nei confronti della società e soprattutto del “sistema”. Il discorso della “coerenza” e del “solo la maglia” possono essere anche dibattuti e capiti, com’è già accaduto su queste frequenze, ma ora, qui, vi chiedo, siamo di fronte a qualcosa di oggettivo che va oltre discorsi e ragionamenti o no?  E ogni domenica lo conferma o no? Vuoi per un mondo-gol, vuoi per un assist, vuoi per un’azione difensiva, vuoi per centomila motivi, Cavani ha indiscutibilmente messo d’accordo tutti. Le emozioni che dà a me sono le stesse che vivono gli altri, ne sono sicuro. E’ormai  diventato un simbolo. Per cui, non trovo giusto che un calciatore, nostro, di questo spessore, non abbia il suo coretto a inizio partita dalla sua curva. Sono millenni che non lo si ascolta per un giocatore. Qualche volta, un fugace Olè olè olè olè, Po-cho, Po-cho, giusto quando ci si infiamma, ma poi niente più. Nel Napoli hanno militato grandissimi in passato e non mi riferisco solo agli anni d’oro. Il motivetto per l’idolo del momento era un rito che amavo e che i giocatori apprezzano tantissimo. Se poi penso che anche uno come Benny Carboni ha conquistato la voce della curva, ora ho davvero difficoltà a capire il discorso “solo per la maglia”. Edinson Roberto Cavani Gómez, il matador, l’alieno, l’E.T., il Corvo, l’atleta di Cristo, lo stratosferico ecc ecc, un essere che ci fa impazzire, ci fa morire d’infarto, ci rende finalmente orgogliosi e vincenti, non merita un coro, ma una canzone da chi lo ama.
Per ora il Pocho gli ha regalato la 7.
Un’altra giornata così, e come dice il mio amico Giuffrè, “prima di ogni partita bisognerà presentare il certificato medico”. Il matador mi sta facendo diventare tachicardico. Il 5 gennaio mi faccio visitare…ci vediamo a San Siro.
Gianluigi Trapani
Forza Napoli Sempre
Auguri di buone feste a tutti.

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