L’uruguagio Cavani
pirata del San Paolo

Dove potrà arrivare Edinson Cavani, goleador e atleta di Cristo, capelli al vento e vento nelle caviglie, centravanti a tutto campo, cannoniere di grazia e di potenza? Un attaccante da doppia cifra manca al Napoli dai tempi di Calaiò (18 reti in serie C), Dionigi (19 in serie B) e del supremo Schwoch (22 gol in B). E in […]

Dove potrà arrivare Edinson Cavani, goleador e atleta di Cristo, capelli al vento e vento nelle caviglie, centravanti a tutto campo, cannoniere di grazia e di potenza? Un attaccante da doppia cifra manca al Napoli dai tempi di Calaiò (18 reti in serie C), Dionigi (19 in serie B) e del supremo Schwoch (22 gol in B). E in serie A? Curiosa coincidenza: l’ultimo capocannoniere azzurro è stato un altro uruguayano, Daniel Fonseca, paragonato a Roger Rabbit per i suoi dentoni, 16 reti nel campionato 1992-93, 15 nel torneo successivo.
Da un campione all’altro, il gol “parla” uruguayano nel Napoli di questi ultimi anni. Citando a memoria, il primo attaccante uruguagio del Napoli fu Roberto La Paz, mulatto di una cittadina del sud dell’Uruguay, Canelones, un matto di quasi due metri, collezionista di orologi, infaticabile corteggiatore di ragazze, primo giocatore di colore del campionato italiano. Lo chiusero a chiave in una stanza della Palazzina Rossa del Vomero, dove il Napoli aveva sede dopo la guerra, ma lui si calava con una fune dalla finestra per andare a caccia di gonnelle. Aveva 28 anni, braccia e gambe lunghissime. Suo mestiere accertato: conduttore
di camion. Lasciò il lieve segno di sei gol e se ne andò a Marsiglia a fare lo scaricatore di porto. 
Un altro uruguayano che viene in mente è Marcelo Zalayeta, il cammellone di Montevideo, due anni nel Napoli, 12 gol, centravanti
sornione dalla zampata vellutata, attaccante di scorta al Pampa Sosa. 
Edinson Cavani sta bruciando le tappe, in lizza per il titolo di cannoniere del campionato. Una sola volta il Napoli ha piazzato un suo giocatore in vetta ai goleador: Maradona, 15 reti, capocannoniere del torneo 1987-88. Oggi, lassù dove crepitano i gol, la concorrenza è agguerrita: Eto’o, Di Vaio e Di Natale in perentorio recupero, Ibrahimovic con i suoi tentacoli, Pastore, Matri e il risorto Quagliarella in bianconero. Il record italiano di Edinson sono i 14 gol segnati col Palermo nel campionato 2008-09. E’ lanciato a batterlo. Giovanissimo, 23 anni, è la punta di diamante del presente e del futuro del Napoli. 
E’ nato a Salto, centomila abitanti, nel nord dell’Uruguay sulla riva orientale del fiume omonimo, il fiume degli uccelli colorati che è la traduzione dal guaranì del nome Uruguay. Nato sotto il segno dell’Acquario (14 febbraio 1987), che è anche il segno di Eusebio, Gabriel Batistuta e Roberto Baggio, Cavani era soprannominato “el botija”, il ragazzino, per il fisico esile e la faccia da bambino. La sua culla calcistica è stato il Danubio, squadra di Montevideo, in prima squadra nel 2006, a diciannove anni. Acquistato dal Palermo nel gennaio 2007, ha debuttato in serie A contro la Fiorentina, subito in gol con uno straordinario tiro a volo (identico esordio nel Napoli con gol ai viola). A vent’anni, il 7 febbraio 2008, ha esordito in nazionale segnando un gol. Ha fatto parte della spedizione uruguayana ai Mondiali in Sudafrica del 2010, imponendosi fra i migliori giocatori del torneo. Pallone d’oro uruguayano nel 2007. Il Napoli l’ha acquistato dal Palermo per la cifra complessiva di 18 milioni di euro, pagamento in quattro anni.
Irrobustitosi e con una capigliatura cinematografica, De Laurentiis lo paragona all’attore inglese Orlando Bloom, protagonista del film “Pirati dei Caraibi”. Diventa subito uno dei più prolifici attaccanti azzurri superando, per la fulminea puntualità sotto rete, i più famosi centravanti del Napoli immediatamente in gol, da Vinicio a Savoldi, a Fonseca. Il Matador, come viene chiamato, diventa così l’idolo del “San Paolo”. Si sistema tra i laghi di Lucrino e Averno, luoghi dei miti dei Campi Flegrei, mito tra i miti, in una villetta a due piani col mare di Pozzuoli, il Castello di Baia e Capri alla vista, nel verde dei pini e dei lentischi, per essere vicino ai campi di allenamento di Castelvolturno che raggiunge a bordo del suo Suv.
Dalla moglie Maria Soledad aspetta un bambino che nascerà a Napoli e si chiamerà Bautista. Legge la Bibbia tutte le sere da quando, a Montevideo, un compagno di squadra, Cesar Gonzalez, lo avvicinò alla Chiesa evangelica pentacostale. A Napoli ha ritrovato il connazionale Gargano con cui aveva giocato nelle giovanili del Danubio. Per il primo gol col Napoli a Firenze segnato al sesto minuto, il gol più veloce del campionato (ma la palla non era entrata), ha ricevuto il singolare premio di cento chili di miele e cento di castagne. E’ legato al Napoli da un contratto quinquennale da un milione e 800mila euro all’anno. 
Si inserirà nel lungo elenco di attaccanti che hanno fatto la storia del Napoli. Citando il record di segnature di ciascuno: l’istriano Vojak (22 reti nel torneo 1932-33), Jeppson (20 nel campionato 1953-54), Vinicio (21 gol nel 1957-58), Altafini (16 nel 1966-67), Clerici (15 nel 1973-74), Savoldi (16 due volte nel ’77 e nel ’78), Careca (19 nel 1988-89), Fonseca (16 nel 1992-93). Cavani può andare oltre i record di Altafini, Clerici, Savoldi e Fonseca. Gli altri sembrano più distanti. Solo Jeppson e Vinicio arrivarono a sfiorare il record assoluto di Vojak. In confronto ai migliori goleador stranieri del Napoli (Careca 73 reti, Altafini 71, Vinicio 69, Jeppson 52, Clerici 29), cinque sono stati i centravanti italiani più prolifici in maglia azzurra: Sallustro 104 gol, Savoldi 55, Amadei 47, Di Giacomo 32, Giordano 23.
Mimmo Carratelli

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