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Bye bye Cesarini, ora si chiama zona Napoli

Dopo aver sfatato vari tabù in campionato, riuscendo a vincere contro squadre che non regalavano punti da dieci o da vent’anni, le cosiddette bestie nere, il Napoli europeo ieri sera ha confermato per l’ennesima volta che le partite non finiscono mai. Contro la cabala e contro tutti gli studi statistici, ancora una volta il gol risolutore è giunto oltre il novantesimo. E’ un anno e mezzo che si verifica e in questa stagione sta diventando routine. Non me ne voglia Renato Cesarini, oriundo argentino, diventato famoso negli anni trenta per le realizzazioni all’ultimo secondo, ma ormai, dopo ottant’anni, qui parliamo di un dato certificato, inconfutabile. D’ora in poi, in ogni luogo del mondo, quando le cose non solo calcistiche accadranno in extremis, per il rotto della cuffia,  si dovrà parlare non più di Zona Cesarini, ma di Zona Napoli o Zona Mazzarri. A mia memoria, ricordo un Napoli simile per questa caratteristica, nella stagione 96-97, quando sedeva in panchina Gigi Simoni. Capitava spesso di ottenere il gol vincente negli ultimi secondi di gioco, ma mai con questa continuità, mai con questa voglia e questa determinazione.
Oramai, quello della zona Napoli lo definirei un marchio di fabbrica. Ieri, con grande sorpresa, ho potuto constatare che tutti i tifosi abbiano capito che questa squadra va seguita sino al triplice fischio finale (e anche oltre). Per la prima volta non si è verificata la solita processione a dieci minuti dalla fine, di chi ha fretta di tornare a casa al calduccio. Per la prima volta tutti hanno seguito il balzo elegante di quel ginnasta uruguayano dalla folta chioma che avrà fatto invidia anche alla Comaneci. Che goduria.
Anche i rumeni avevano imparato che il San Paolo prima di essere uno stadio è un teatro in cui si possono rappresentare sceneggiate, quando la tecnica, la tattica e il gioco non bastano. Deprimenti i mezzucci che gli uomini di Lacatus hanno adoperato per ostacolare la nostra corsa: finti infortuni, barelle inutili, scarpe slacciate, perdite di tempo, liti create ad arte ecc ecc. Ma come a Bucarest, anche qui a Fuorigrotta, il tempo perso durante la gara è stato un boomerang che gli si è rivoltato contro. Lo sa Delio Rossi, lo sa Bisoli, lo sa Di Carlo, lo sa Ficcadenti, lo sa qualche altro allenatore che ci ha dovuto fare i conti l’anno scorso e lo sa da ieri (ma già era stato informato all’andata) Lacatus. D’ora in poi è bene che gli avversari non perdano troppo tempo perché i minuti di recupero potrebbero essere letali. E non dite che non vi avevamo avvertito.
Il Napoli conquista con merito e sofferenza il primo obiettivo stagionale e sarà l’unica formazione a rappresentare l’Italia nei sedicesimi di finale di Europa League per niente snobbata. E’ motivo di gioia e di orgoglio. A questo punto non mi azzarderei a fare pronostici o porre obiettivi, perché è dimostrato, questa squadra può tutto e può quando meno te lo aspetti, o meglio quando più te lo aspetti, alla fine, in Zona Napoli.
Avviso: stasera in uno noto ristorante della mia zona, il proprietario (tifosissimo del Napoli) ha acquistato su Canale 31 il tanto atteso evento Juve-Manchester City. Si beve, si mangia e si festeggia. Da non perdere.
Forza Napoli Sempre
Gianluigi Trapani

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