Contro il Liverpool
vorrei vedere undici leoni

Se il dilemma è sempre lo stesso, campionato o Europa League, allora togliamoci dalla testa il sogno di un grande Napoli. Se Hamsik e Cavani valgono 200 milioni (DeLa sì che è meglio ‘e Pelè) perché questi dubbi? Una squadra che mira in alto va in campo sempre per imporsi, senza calcoli e … alibi. […]

Se il dilemma è sempre lo stesso, campionato o Europa League, allora togliamoci dalla testa il sogno di un grande Napoli. Se Hamsik e Cavani valgono 200 milioni (DeLa sì che è meglio ‘e Pelè) perché questi dubbi? Una squadra che mira in alto va in campo sempre per imporsi, senza calcoli e … alibi. Così si costruiscono il carattere e la determinazione di una formazione superiore. La Juventus (ahimè) insegna: azzanna ogni preda in qualunque condizione. La “rosa” del Napoli è ristretta e la coperta è corta? Non le ha ordinate il medico e neanche la Filmauro.
I fighetti azzurri usciti dall’atelier di via Filangieri, benedetti da un principe juventino (porca l’oca! anche questo dovevo vedere), sapranno essere undici leoni a Liverpool? Sotto il bel vestito, niente o c’è qualcosa? Mi aspetto eroici furori in Inghilterra, così superiamo la battuta della playstation. La “vetrina” è così prestigiosa, tanto attesa e pubblicizzata dal club del DeLa, da imporre l’esibizione di un Napoli ad alti livelli. Non conta il risultato, la prestazione sì. Altrimenti che cosa ci stiamo a fare in Europa? Altrimenti perché sogniamo la Champions l’anno prossimo?
DeLa dice che siamo sempre working in progress. Ma quanto dura il working e quando verrà il progress? Non vorrei che la sentenza fosse affidata ai posteri. Il DeLa ha lavorato bene, anche se in orgogliosa solitudine, per rilanciare il Napoli dalle ceneri del fallimento. Un uomo d’onore, Edy Reja, l’ha aiutato nell’impresa di riconquistare la serie A. Gli acquisti migliori azzeccati da Marino hanno contribuito. Ma se il Napoli non è ancora grande (divertente, entusiasmante, generoso, ma non grande) bisogna cominciare a ripensare il progetto. Che cosa manca e che cosa il Napoli di 110 mila spettatori in due serate al “San Paolo” può permettersi. Quali sono le opportunità e qual è il disegno definitivo per il famoso salto di qualità. Una società più completa e robusta? Una squadra più esperta? Qui non si tratta di vendere zainetti, t-shirt, macchine fotografiche, cravatte e succhi di frutta col marchio Napoli. Va bene il marketing. Ma il Napoli deve “vendere” un sogno. Il sogno di una squadra che, più presto che tardi, non dovrà più andare a Liverpool da outsider.
Ed eccoci ad Anfield, la Fortezza Anfield, Anfield Road perché lo stadio sta sulla strada omonima. Il cuore rosso del Liverpool, la tana e la storia dei Reds, con una targa minacciosa: “Questo è Anfield per ricordare ai nostri ragazzi per quale maglia giocano e ai nostri avversari contro chi giocano”. Uno stadio come se ne costruivano una volta in Inghilterra, ristrutturato e ampliato cinque volte, oggi con una facciata più moderna, acciaio, vetri e mura di un rosso ruggine. Una severa trappola rettangolare, il campo incassato (come Marassi) tra gli spalti sovrastati da pesanti coperture, l‘erba verde che sembra dipinta, il rimbombo dell’assodante coro “You’ll Never Walk Alone”, non camminerete mai soli. Una leggenda del football inglese, ma anche la grande nostalgia del Liverpool che non vince il campionato da vent’anni (e il tragico ricordo degli hooligans all’Heysel di Bruxelles).
Andiamo a Liverpool, nel nord-ovest dell’Inghilterra, affacciata su un fiume, il Mersey River, largo il doppio del Po, ricco di anguille e attraversato da due tunnel stradali e da una galleria ferroviaria, il porto con duecento attracchi lunghi quasi un chilometro, secondo scalo d’acqua del Regno Unito. Due uccelli mitologici, metà cormorani e metà aquile, svettano sulle torri del Municipio: se ne è appropriato il Liverpool per farne il suo emblema. Una arcigna e scura cattedrale anglicana incombe e ammonisce a non peccare. Lo stadio è a nord-est della città.
I viaggi delle squadre italiane in Inghilterra sono avari di successi. I cori possono condizionare, gli stadi possono stordire. Il Liverpool ha preso due boccate di ossigeno in campionato battendo il Blackburn e vincendo sul campo del Bolton. Ma è sempre giù in classifica e domenica dovrà affrontare il Chelsea. Rientrano Torres, il nino del gol, Steven Gerrard, il mastino di centrocampo (366 partite col Liverpool), Maxi Rodriguez. Il Liverpool punta all’Europa League perché dal campionato potrà spremere poco o nulla. Il suo impianto di gioco è collaudato come s’è visto al “San Paolo” anche con le “seconde linee”. La sua storia lo esalta.
Vorrei vedere undici leoni azzurri contro tutto questo senza pensare al Parma e al prosciutto di Parma che dovremo affettare domenica. Come dovrebbe risparmiarsi, allora, il Liverpool tre giorni prima di affrontare il Chelsea?
Mimmo Carratelli

Correlate

Il saluto di Carratelli alla famiglia napolista

di - Caro Max e napolisti tutti. Per prima cosa vi ringrazio dell’affetto con cui avete sempre seguito la mia collaborazione a questo magnifico sito e dei messaggi per la mia “fuga” a “Il Mattino” dove ho lavorato dal 1987 al 1995 come capo della redazione sportiva. Ci torno col solo dispiacere di non poter più collaborare […]

Mimmo Carratelli

Carratelli lascia il Napolista e torna a casa (Il Mattino). A lui un infinito grazie e un grandissimo in bocca al lupo

di - Caro Max, Il Mattino mi ha catturato a sorpresa puntando sulla mia vanità. Purtroppo, la mia collaborazione esclusivamente o quasi sportiva, non mi consente di proseguire col Napolista: vi ho lavorato con affetto. Il direttore Barbano non consente altre collaborazioni, quindi non potrò fare più partite del Napoli e pagelle e altro. Me ne dispiace […]

A Nizza il Napoli di Sarri si è intravisto nella prima mezz’ora

di - In un precampionato di molte sconfitte delle squadre italiane contro i club stranieri più avanti nella preparazione, all’Allianz Riviera nello scenario della Costa Azzurra il Napoli di Sarri, dopo le scampagnate di gol contro le formazioni trentine e il Cittadella (18 reti, sei di Lorenzo Insigne, cinque di Mertens), cede al Nizza (2-3), squadra francese […]

Con Sarri terza rifondazione del Napoli. Inter regina del calciomercato

di - Pim-pum-pam dell’Inter, regina del calciomercato con i botti indonesiani di Eric Tohir. Quattro arrivi e due in dirittura d’arrivo (Perisic e Jovetic). Juventus guardinga, il motore perde tre pistoni (Pirlo, Tevez, Vidal), caccia a un “numero dieci” per scatenare in gol Mandzukic, Morata e Dybala. Il Milan sogna Ibrahimovic per iscriversi al club dello scudetto. […]

Caressa Napoli

Ciao Fabiooooo, Fabio Caressaaaaa: l’urlo di Sky, tv bianconera che trasmette a colori, sul Napoli favorito per lo scudetto

di - Siamo al delirio. Sky sta facendo di tutto per farsi perdonare la perdita della Champions. Propone martellando ogni giorno il ventaglio delle sue proposte, la serie B per tutti tanto per dimenticare la Champions (!), i campionati europei (c’erano già) e bla-bla-bla con una fregatura mondiale per gli abbonati che hanno sottoscritto l’abbonamento con la […]

Caro compagno Zdanov, hai preso una fissa. Ma con Sarri non avremo più il museo delle cere di Panzo Villa

di - Puntuale come le zanzare in estate, ecco il nuovo, ennesimo e decimo dispaccio moscovita del compagno Andrej Alexandrovic Zdanov, il piffero tragico, il sergente a sonagli della Lubjanca, la lingua di Menelicche e Madre Tiresia di Calcutta con le subdole premonizioni sul nuovo corso del Napoli. Mentre il mondo dell’informazione di regime è cambiato, dalle […]

La bolscevizzazione del Napolista, Carratelli si ribella a Zdanov

di - Nella deplorevole indifferenza dell’ONU (Organizzazione Napoli Unito) avanza la bolscevizzazione di questo sito diretto dal vetero-comunista Marx Gallo con l’invasione cingolata del compagno Andrej Aleksandrovic Zdanov, bolscevico ucraino a 19 anni e punito per questo a 52 con una morte misteriosa a Mosca. Questo bolscevico morto rivive tra noi con la pressione immarcescibile del Kgb […]