A Udine si invertì il trend di Mazzarri

Parliamo un po’ di calcio. Tra la munnezza e Fassone, ci siamo quasi dimenticati che il Napoli va a Udine. Trasferta ostica. Contro una squadra in forma che sabato scorso ha perso all’Olimpico con la Roma giocando un ottimo match. Siamo terzi in classifica, non dimentichiamolo. Lontano dal San Paolo abbiamo perduto una sola volta […]

Parliamo un po’ di calcio. Tra la munnezza e Fassone, ci siamo quasi dimenticati che il Napoli va a Udine. Trasferta ostica. Contro una squadra in forma che sabato scorso ha perso all’Olimpico con la Roma giocando un ottimo match. Siamo terzi in classifica, non dimentichiamolo. Lontano dal San Paolo abbiamo perduto una sola volta quest’anno, proprio nell’ultima gara giocata in casa della Lazio.
Udine negli ultimi anni è stata una trasferta mai banale. Nel primo anno di A ci giocammo la seconda del girone di andata. La squadra rinacque al Friuli largheggiando per 5-0 dopo il ko interno contro il Cagliari, scoprendo un inarrestabile Lavezzi. L’anno scorso, però, qui perdemmo una partita che grida ancora vendetta. Venivamo da quindici risultati utili consecutivi, in pratica Mazzarri non aveva mai perduto dal suo avvento sulla panchina azzurra. Scendemmo in campo con l’odiata maglia rossa e senza Lavezzi, infortunato. L’arbitro – e chi se lo dimentica – era Damato. Che concesse quasi subito un rigore ai friulani per la cintura di Maggio in area credo ai danni di un loro difensore. Tirò Di Natale, De Sanctis respinse ma l’allora capocannoniere segnò sul tap-in. Ma il Napoli era una bella squadra, quadrata, sicura di sé. Riprese a giocare, anche se ovviamente concesse qualcosa in contropiede. Pareggiamo con Maggio che riprese la respinta di Handanovic su tiro di Denis. E alla fine del tempo il fattaccio: Quagliarella colpì incredibilmente la traversa con un colpo di testa nell’area piccola, Maggio approfittò di un loro disimpegno sbagliato, rubò palla ma fu atterrato in area. Non per l’arbitro, però, che giudicò lo sgambetto subito una simulazione. Dal rigore – che c’era – all’ammonizione del nostro calciatore: la seconda, quindi espulsione.
Giocammo in dieci il secondo tempo, ma nessuno se ne accorse. E al minuto 43 cambiò il nostro campionato, si invertì il trend. Tiro di Pazienza da fuori area e palla sul palo a portiere battuto. Sulla successiva azione, ottennero un punizione sulla tre quarti. Cross innocuo, girata di Di Natale e rete. Due a uno per loro; poi tre a uno in contropiede, sempre di Totò. Mazzarri furibondo in conferenza stampa (quella volta aveva ragione). Il Napoli si fermò e non riprese più quel ritmo. E’ giunto il momento di saldare i conti col passato.
Massimiliano Gallo

Napoli (3-4-2-1): De Sanctis; Santacroce, Cannavaro, Campagnaro; Maggio, Gargano, Pazienza, Dossena; Hamsik, Cavani, Lavezzi. A disp: Iezzo, Grava, Vitale, Zuniga, Cribari, Maiello, Dumitru. All. Mazzarri
Udinese (3-4.-1-2) : Handanovic; Benatia, Zapata, Domizzi; Isla, Inler, Asamoah, Armero; Sanchez; Floro Flores, Di Natale.  A disp: Belardi, Angella, Badu, Coda, Pasquale, Corradi, Denis. All. Guidolin

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