Il Napoli dei tenori
stregato da Totò Di Natale

Stregato da Totò Di Natale, l’emigrante felice, il Napoli giace a Udine (1-3). Sulle tre reti del piccolo artefice magico che ha consegnato il suo cuore napoletano al Friuli (rifiutando la Juve), l’Udinese costruisce una partita tatticamente perfetta. Per soffocare il Napoli, Guidolin rafforza il centrocampo  (Pinzi preferito all’attaccante Floro Flores) e chiude irrimediabilmente le […]

Stregato da Totò Di Natale, l’emigrante felice, il Napoli giace a Udine (1-3). Sulle tre reti del piccolo artefice magico che ha consegnato il suo cuore napoletano al Friuli (rifiutando la Juve), l’Udinese costruisce una partita tatticamente perfetta. Per soffocare il Napoli, Guidolin rafforza il centrocampo  (Pinzi preferito all’attaccante Floro Flores) e chiude irrimediabilmente le corsie con Benatia e Isla a destra, Domizzi e Armero a sinistra (con l’aggiunta di Sanchez). Il Napoli non ha sfogo sugli esterni, deve anzi subire le incursioni offensive di Isla e Armero. Dossena più dietro che avanti e in ombra, Maggio un po’ più in attacco (alle spalle ha un magnifico Santacroce).
Senza ali, la squadra azzurra non vola. E, a centrocampo, ha sempre un avversario in più. L’Udinese sfodera un 3-5-2 che toglie l’iniziativa al Napoli, completamente fuori partita nel primo tempo, animoso nel secondo sino a una possibile rimonta, ma impreciso e precipitoso. Le “stelle” di Cavani e Lavezzi si accendono a sprazzi. Il Pocho viene chiuso sul dribbling . A Cavani sfuggono due palle-gol. Spesso i due giocano sulle fasce e al centro, nell’area friulana, non c’è nessun azzurro. Non restava che Hamsik e anche con lui il conto si chiude in passivo: concede a Di Natale il terzo gol direttamente su corner, va a segno per il 3-1, sbaglia il rigore del possibile 3-2 a metà ripresa (quarto rigore sventato da Handanovic quest’anno).
Tattiche a parte, sono state le prodezze di Di Natale a incidere sul match. Classica gara decisa da episodi. Il Napoli è entrato in partita nella ripresa dopo la mazzata del secondo gol udinese alla fine del primo tempo, un’altra disdetta.
Il taccuino non registra nessuna parata di De Sanctis. Cinico il bilancio friulano: tre tiri, tre gol. Totò Di Natale, l’artefice magico, ha colpito così. Primo gol su rigore (16’ contatto di De Sanctis in uscita sui piedi di Sanchez, il cileno ci ha speculato un po’). Secondo gol (45’) con una autentica invenzione: palla a giro da destra e dai venti metri nell’angolo alto opposto. Terzo gol (57’) direttamente su corner: sul primo palo Hamsik ciccava il rinvio e la palla gli rotolava alle spalle, in rete.
Pure, non cominciava male per il Napoli subito nella metà campo udinese. La squadra di casa giocava molto coperta puntando sul contropiede. Aveva in avanti un artista (Di Natale) e un folletto (Sanchez). Questa era l’altra trovata di Guidolin dopo il centrocampo a cinque con gli esterni che difendevano e attaccavano: Sanchez (velocissimo) punta insidiosa su tutto il fronte dell’attacco e non trequartista, ruolo ricoperto da Pinzi (il quinto dei centrocampisti). Quando l’Udinese ha cominciato a giocare, dopo un quarto d’ora di buona prevalenza azzurra, i due attaccanti sono stati un grosso problema per la difesa napoletana. Ma era il calcio di rigore a spezzare l’equilibrio. Una volta in vantaggio, la partita si faceva comoda per l’Udinese. Tutti dietro la palla e contropiede. Il Napoli non riusciva mai a far gioco. Troppi i tocchi imprecisi e i lanci sventati dall’anticipo dei difensori friulani. E a centrocampo (Gargano zoppicava), quelli dell’Udinese pressavano, raddoppiavano e creavano gioco.
Nella partita alla deriva, il Napoli aveva uno scatto di gioco nella ripresa anche con l’inserimento del più vivace Vitale (53’ per Dossena). Sembrava essere ispirato Hamsik che, dopo la “papera” sul corner di Di Natale, andava a segno sulla ripresa del gioco. Un solo tocco (Gargano) sul quale Marek si portava la palla avanti e prima del limite fiondava in gol (58’). Si apriva il sogno di una delle rimonte azzurre. L’occasione si presentava proprio ad Hamsik dal dischetto (65’ nel mucchio in area, Cavani messo giù da Domizzi), ma Handanovic, un para-rigori, mandava a monte la rincorsa napoletana respingendo con una mano il penalty dello slovacco, croce e delizia del match.
Il Napoli aveva la capacità di battersi nonostante il passivo e la giornata fredda, piovosa e contraria. Poiché Di Natale aveva fatto tutto quello che doveva fare, veniva sostituito da Denis (70’) e il Napoli lo prendeva come un segno favorevole. Mazzarri giocava il tutto per tutto (75’ Dumitru per Santacroce, il migliore degli azzurri, dopo che Maiello aveva sostituito Pazienza al 66’). Ma i ragazzini incidevano poco e il Napoli non aveva neanche fortuna nelle quattro palle-gol che creava. Hamsik sprecava a lato l’assist di Cavani (52’). La grande girata di testa in tuffo di Cavani finiva di poco fuori (74’). Handanovic salvava sulla punizione di Gargano vedendo la palla all’ultimo momento (78’). Cavani girava oltre il palo il cross invitante di Maggio (84’).
Due sconfitte nelle ultime tre partite e secondo consecutivo flop esterno dopo quello sul campo della Lazio. Non è più il Napoli corsaro. Il terzo posto, ora in condominio con la Juventus, è sotto il tiro della Roma (in serata sul campo del Palermo). Giovedì si replica a Utrecht in un match decisivo per restare in corsa nell’Europa League. Poi col Palermo nel posticipo di lunedì sera, big-match per il terzo posto.

Mimmo Carratelli

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