Emergenza centrocampo
in dubbio pure Pazienza

Domenica, all’ora del ragù, Lazio-Napoli. Verrebbe da dire, meno male che il Napoli gioca ancora in trasferta. La squadra di Mazzarri sta facendo faville fuori casa. Conquistati 14 punti su 18 con quattro vittorie (come la Lazio), migliore attacco e unica squadra imbattuta nelle gare esterne. Il Napoli è anche l’unica formazione che ha sempre […]

Domenica, all’ora del ragù, Lazio-Napoli. Verrebbe da dire, meno male che il Napoli gioca ancora in trasferta. La squadra di Mazzarri sta facendo faville fuori casa. Conquistati 14 punti su 18 con quattro vittorie (come la Lazio), migliore attacco e unica squadra imbattuta nelle gare esterne. Il Napoli è anche l’unica formazione che ha sempre segnato nelle undici giornate disputate. Prima squadra corsara fra le sei di testa, il Napoli piomba all’ultimo posto per il bottino casalingo: appena 7 punti su 15. Dilapidati otto punti al “San Paolo”. E’ in casa, invece, che la Roma, imbattuta sul suo campo, ha costruito la sua riscossa (14 punti, 4 fuori) e il Milan ha agguantato il primo posto (13 punti, 10 fuori).
E’ un week-end scoppiettante con incontri incrociati fra le prime sei (Juventus-Roma e Inter-Milan oltre a Lazio-Napoli). Potrebbero sparigliare l’alta classifica che propone sei club in cinque punti, dai 23 del Milan ai 18 della Roma. L’Inter non è più in fuga (8 punti in meno rispetto allo scorso anno). Il miglioramento più cospicuo è della Lazio (11 punti in più). Il Napoli: 4 punti in più, come Milan e Roma.
Una indagine statistica sulle prime sei squadre del campionato, apparsa su “La Repubblica”, segnala il Napoli per il più contenuto monte-ingaggi (29 milioni di euro: sul tetto il Milan con 130 milioni). La squadra azzurra è la seconda più giovane del lotto (dopo la Lazio). E’ il club che ha patito meno infortuni e ha la seconda “rosa” meno apprezzata (128 milioni di euro, dopo quella della Lazio: 104 milioni).
E’ possibile che la classifica finale del campionato muova le posizioni delle prime sei squadre, ma, posto in più, posto in meno, dovrebbero concludere il torneo nello spazio delle prime sei piazze. La Lazio ha il vantaggio di non giocare nelle coppe europee. Alle spalle potrebbero rinvenire la Sampdoria (senza Cassano) e il Palermo, oggi a -3 e a -4 dal sesto posto della Roma. I dati positivi del Napoli (e della Lazio) sono due: il ridotto costo annuo della “rosa” e la giovane età-media dei calciatori. Napoli e Lazio, quindi, col miglior futuro.
Torniamo con i piedi per terra perché il terzo posto può eccitare oltre il dovuto. Ma che la posizione (terzo, quarto posto) non sia un sogno passeggero è confermato dall’andamento del campionato. Le altre formazioni hanno avuto maggiori occasioni fortunate (compresi gli errori degli arbitri). Il Napoli è stato fortunato solo a Firenze (1-1) per il gol-fantasma di Cavani. Non ha avuto altri “aiuti” dalla fortuna e dagli arbitri. Questo conferma che il Napoli sta meritatamente nella classifica alta e che potrà difenderla con buone chances.
Intanto, la crescita e l’inserimento dei rincalzi (in maniera lenta, ma incoraggiante) aiuterà l’inevitabile turn-over imposto dagli impegni serrati fra campionato e coppe. La difesa, purgata di taluni occasionali errori individuali, è migliorata con un De Sanctis non spettacolare ma concreto, protagonista finale e spesso decisivo. Pazienza dà ordine e tranquillità al centrocampo dove l’esuberanza di Gargano è elemento determinante per ritmo e aggressività, anche se la critica continua a pungerlo (ma quando Gargano perde la palla è perché spesso non ha compagni smarcati cui darla facilmente). Il piccolo uruguagio gioca sempre novanta minuti “pieni”, non si risparmia, va a pressare su più di un avversario, i suoi lanci sulle fasce sono precisi e ora si sta “avvicinando” al tiro. Gargano è una grande risorsa e, se per tutti i campioncini azzurri dobbiamo avere pazienza perché crescano ancora, non si capisce perché non si debba avere pazienza con Gargano impegnato a cancellare alcuni difetti, frutto spesso della sua esagerata generosità.
Degli esterni, Maggio non ha ancora riconquistato la sua brillantezza e Dossena che, dopo gli anni inglesi, per la prima volta fa allenamenti “veri”, ha qualche problema. Zuniga e Vitale consentono di aspettare che i due titolari vadano a pieno regime.
Le “perle” dell’attacco sono arcinote. Lavezzi ha imboccato un’annata strepitosa. Hamsik, artista delizioso, è più “presente” e promette di diventare uomo-squadra. Sacrificandosi a centrocampo, aiutando i compagni, rinuncia all’egoismo del gol, gioca più per gli altri che per se stesso, e questo altruismo è un merito grande. Ha 23 anni e sta maturando come giocatore completo. Ma se non fa il fenomeno, gli teniamo il broncio. Calma. Cavani è un altro generoso, non solo goleador dall’istinto micidiale: ripiega, aiuta (fin nell’area azzurra), cambia ruolo a seconda delle esigenze della partita, prima o seconda punta. In questa disponibilità delle “stelle” a giocare per la squadra e non per se stessi (era il difetto di Quagliarella nel Napoli?) sta il segreto del Napoli che può ancora sorprendere.
Si vedono ormai molte partite in tv, italiane ed estere, e il Napoli è sicuramente squadra che fa un buon gioco, che sa stare in campo, che ha punte di eccellenza, ha carattere e uno spogliatoio unito. Comincia ad avere anche una certa personalità puntando a imporre il suo gioco. Non può andare sempre bene se accettiamo che è una squadra in crescita. Spesso l’abbiamo criticata, ma certi rilievi che facevamo stanno avendo risposte positive.
Il Napoli troverà una Lazio che deve cancellare due sconfitte consecutive, dopo una serie di otto risultati utili, record del campionato, e la perdita del primo posto. Rientrano alcuni protagonisti, soprattutto Hernanes e Mauri, risparmiati a Cesena. Ma il Napoli corsaro, in formazione-tipo, può fare qualunque scherzo all’amico Reja. Mancherà Gargano, squalificato. Un’assenza che si farà sentire. Mancherà Pazienza. Il centrocampo (due incontristi supplenti) è in emergenza totale. Brutta condizione per governare il gioco.
Mimmo Carratelli

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