Sarà anche forte, il Pazzo
ma ha una faccia da Juve

Vabbè, forse l’avrete capito, sono un bastian contrario. Amo la polemica, mi piace provocare. Però non è colpa mia se non esco pazzo per Pazzini. Lo so, c’è già stato uno scambio di commenti sul Napolista in cui sono stato messo nettamente in minoranza. Giustamente, per carità. Però il calcio è anche sogno, empatia, e […]

Vabbè, forse l’avrete capito, sono un bastian contrario. Amo la polemica, mi piace provocare. Però non è colpa mia se non esco pazzo per Pazzini. Lo so, c’è già stato uno scambio di commenti sul Napolista in cui sono stato messo nettamente in minoranza. Giustamente, per carità. Però il calcio è anche sogno, empatia, e a me Pazzini sta cordialmente antipatico. Con quella faccia un po’ così, quell’espressione un po così, lui che neanche ci è nato a Genova. E poi per quel modo di esultare – quelle due dita ai lati del naso – che non ho mai capito cosa possa significare. Da ragazzino, alle medie, a Napoli quel gesto si faceva per dire “hai acchiappato i pali”. Oggi proprio non so.
Sembrava un predestinato, il Pazzo. Esplose, si fa per dire, all’Atalanta. Un mezzo campionato in serie A con l’Atalanta, quindi il passaggio alla Fiorentina. Qui giocò una stagione e mezzo niente male, ma all’ombra di un inarrestabile Luca Toni. Quando il bomber salutò Firenze, toccò a lui sobbarcarsi il peso dell’attacco viola. E non fu la stessa cosa. Nove gol in campionato, per carità. Ma la società sentì l’esigenza di acquistare un centravanti vero. E prese Gilardino. Il Pazzo andò in crisi. Lui, che aveva segnato tre gol con l’Under 21 nella partita inaugurale del nuovo Wembley, non trovava più spazio. Chiese di andar via. Napoli ebbe l’opportunità di prenderlo, ma Marino lo lasciò andare: “Abbiamo già Denis”, disse.
Così Pazzini finì alla Sampdoria di Mazzarri per dieci milioni di euro. E si ritrovò a giocare al fianco di Cassano, realizzando undici gol in diciotto partite. Niente male. Quest’anno ha fatto persino meglio: 18 reti. E la quasi certezza di andare ai Mondiali.
Pantera da area di rigore, non c’è dubbio. Con un balzo felino, quest’anno, ha ammutolito l’Olimpico giallorosso. E buon colpitore di testa. Sembra l’ideale per il nostro Napoli. Forse lo è, anzi sicuramente lo è. Però c’è qualcosa che non mi convince nel suo volto, nelle sue smorfie. Non so, ognuno ha le sue fissazioni. E a me Pazzini sembra più un giocatore da Juventus.
Massimiliano Gallo

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