Paolo, la dura vita da fratello di..

La vita di Paolo non deve essere stata tanto allegra. Fratello di un fuoriclasse, me lo immagino da ragazzo a giocare le partitelle nelle vie della Loggetta: chissà se gli passavano la palla o se la passavano solo a Fabio. Ma lui ha continuato dritto per la sua strada. Ricordo il suo disagio nelle interviste, […]

La vita di Paolo non deve essere stata tanto allegra. Fratello di un fuoriclasse, me lo immagino da ragazzo a giocare le partitelle nelle vie della Loggetta: chissà se gli passavano la palla o se la passavano solo a Fabio. Ma lui ha continuato dritto per la sua strada. Ricordo il suo disagio nelle interviste, quando i giornalisti gli chiedevano che cosa si provasse ad essere fratello di un campione del mondo e lui sempre con il sorriso sulle labbra, nonostante la stupidità della domanda (si sa quanto possono essere snervanti i giornalisti, a volte). E così lo avevo sempre visto come un piccolo Calimero. Simpatico ma poco affidabile in difesa, dove a volte ha fatto degli errori madornali. Non c’è un napoletano, secondo me, che non abbia pensato, almeno una volta, che Paolo non valesse il dito alluce del fratello. Invece lui ha sempre continuato a giocare con dignità, anche di fronte alle critiche della tifoseria, anche sotto i fischi del San Paolo, è sempre uscito dal campo applaudendo la curva, quando sostituito.
È per questo che il suo gol, domenica, mi ha quasi commossa. Mi ha commossa il suo sorriso da bambino, l’abbraccio con Quagliarella, che con il suo meraviglioso velo gli ha dato l’occasione per mandare a quel paese la storia, la vita. E quella non è nemmeno stata la sua unica occasione da goal, ma si sa, la fortuna, soprattutto a Napoli, gioca sempre la parte del leone.
Erano settimane che Paolo Cannavaro stava giocando veramente bene, che era diventato preziosissimo per la squadra, ma ieri si è visto il vero orgoglio del napoletano, di chi non molla, di uno che da sempre è costretto a fare i conti con il fratello bravo, il fratello campione, il fratello fuoriclasse, l’unico Cannavaro che conti. Stavolta è Paolo che ha fatto la differenza. Perché i tre punti contro il Catania sono merito suo e perché ha ricordato a tutti noi che esistono le persone semplici e che chi non molla, prima o poi, viene premiato. Ma sì, meglio un giorno da leone. Tanto a Napoli di quelli da pecora ci si scorda facilmente…
<strong>Ilaria Puglia</strong>

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