Occhio ragazzi, ho sentito critiche ingiuste su Gargano

Sono  uno di quei tifosi che ha sempre, e sottolineo sempre, difeso Walter Gargano non solo perché ho ritenuto che le critiche e i mugugni allo stadio a lui rivolti lo scorso anno erano ingiusti e ingenerosi  ma anche perché considero el Mota, insieme al Pocho e a Mazzarri, la vera anima sul campo di […]

Sono  uno di quei tifosi che ha sempre, e sottolineo sempre, difeso Walter Gargano non solo perché ho ritenuto che le critiche e i mugugni allo stadio a lui rivolti lo scorso anno erano ingiusti e ingenerosi  ma anche perché considero el Mota, insieme al Pocho e a Mazzarri, la vera anima sul campo di questa squadra.
Anche nei peggiori momenti  del suo rendimento lo scorso anno l’ho sempre difeso a prescindere, come testimoniano  le  cose scritte sul Napolista insieme a pochi altri, uno su tutti Valentino Di Giacomo.

Non ho la pretesa di parlare o rappresentare i tifosi del Napoli. Anzi, parafrasando Altan, “sono l’unico mandante della cazzate che sparo” ma credo che sia giunto il momento di chiedere scusa a Garganella.

La storia ci dice  che noi tifosi napoletani quando “puntiamo” un giocatore rischiamo di distruggerlo : fa parte della nostra indole, esaltarci nell’elogio e perdonare anche ciò che è discutibile o deprimerci ed essere feroci nella critica, forse anche per troppo amore verso questa maglia.

Capita anche, però, che le critiche diventino talmente esasperate da travalicare i giudizi tecnici e trasformarsi in chiacchiericci e pettegolezzi  fino a diventare vere e proprie leggende metropolitane.

A volte , quest’ultime,  coinvolgono anche  vita e affetti  e a quel punto la rottura con l’ambiente rischia di diventare irreversibile. E  se questo non va bene per l’atleta, figurarsi per l’uomo.

Walter Alejandro Gargano Guevara,  da grande guerriero qual è, è riuscito a superare ed evitare questi pericoli rispondendo sul campo.

Ho deciso di scrivere queste righe proprio nella settimana del dopo Parma dove ho risentito gli echi delle stesse critiche dello scorso anno e dopo il Bayern dove, nonostante il lavoro massacrante fatto, in occasione di qualche pallone sbagliato gli spifferi e qualche fischio è puntualmente arrivato.

Ho sempre pensato che le grandi squadre, come la storia ci insegna,  senza il lavoro e le fatiche della classe operaia non vanno in paradiso e potrei ricordare i Bedin dell’Inter di Herrera, i Furino del primo ciclo di Trapattoni alla Juve, i Lodetti del Milan di Rivera per finire al nostro mitico Bagni.

Il lavoro del Mota in questa squadra è decisivo e il più delle volte, insieme a quello del Pocho, fa la differenza. E anche quando non esprime grandi prestazioni o sbaglia partita sei però sicuro che la sua maglia ha bisogno di un programma speciale in lavatrice tanto è il sudore e il sangue sprigionato sul campo.

Questa squadra non può far a meno della sua vita da mediano, del suo moto perpetuo espresso nei 90 minuti nel recuperare palloni, nel ricucire tra i reparti, nei suoi stratosferici raddoppi: ho ancora negli occhi quello straordinario ai danni di  Maicon  a S.Siro conclusosi con il recupero della palla dopo una eccezionale accelerazione e galoppata di quaranta metri. Grazie all’intensità e l’efficacia con cui esprime queste caratteristiche la difesa  a tre con Cannavaro, Aronica e Campagnaro riesce a reggere e ad essere, il più delle volte, granitica. E quando el Mota non è al meglio anche il reparto difensivo è facile preda delle squadre avversarie come è accaduto con il Parma.

Lo scorso anno Gargano doveva farsi carico anche di un lavoro di impostazione date le lacune del nostro centrocampo e ciò lo portava inevitabilmente a sbagliare molto non essendo questo il suo mestiere.

Oggi che questo lavoro è affidato alla testa e ai sapienti piedi di Inler, Gargano è libero da alcune responsabilità ed è messo nelle condizioni ideali di esprimersi nella  fase di interdizione e di copertura  come pochi al mondo sanno fare.

Certo, commette errori su tanti palloni, ma potrei dire che ne recupera almeno quattro volte quelli che sbaglia e a tal proposito  penso alle parole di un poeta irlandese per il quale gli errori sono le porte delle scoperte: noi abbiamo scoperto che quando viene meno o è sottotono il lavoro e l’anima del Mota la squadra ne risente eccome.

E comunque la pensiate io sto dalla parte di Walter senza se e senza ma.

PEPPE  NAPOLITANO

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