Chi è quel pazzo che urla per Cavani alle quattro del mattino a Shangai? Semplice: Io

“Che faccio, mi addormento un po’ o aspetto sveglio?”. Comincia sempre così la veglia della partita. Con gli stessi rituali. Sigillo mia figlia e mia moglie in una stanza lontana da quella del televisore, per evitare che si sveglino per le urla o le bestemmie. Alle 2 del mattino arriva l’sms: “arap ‘a port”. E’ […]

“Che faccio, mi addormento un po’ o aspetto sveglio?”. Comincia sempre così la veglia della partita. Con gli stessi rituali. Sigillo mia figlia e mia moglie in una stanza lontana da quella del televisore, per evitare che si sveglino per le urla o le bestemmie. Alle 2 del mattino arriva l’sms: “arap ‘a port”. E’ Valentino, l’amico chef, rimproverato la prima volta perchè ha suonato il campanello provocando le ire della consorte. Lo seguono a ruota, quando non dormono, gli altri soci del club Napoli. Vengono da me, perchè il mio padrone di casa mi ha lasciato una televisione grande ma soprattutto perchè il mio palazzo è uno dei pochi che ha un collegamento internet velocissimo. La China Telecom lo chiama “collegamento Vip” (noblesse oblige), mentre negli altri palazzi la connessione è lentissima, impedendo qualsiasi collegamento. Pochi sanno che la Cina e Shanghai in particolare, hanno i collegamenti internet tra i più lenti del mondo. Comincia l’attesa, comincia il deferente ossequio ad una serie di madri. Le prime genitrici ad essere ricordate nelle nostre imprecazioni sono quelle dei vertici Rai che, non si sa per quale motivo, nonostante l’Asia si piena di italiani e un mercato incredibile per il calcio, hanno deciso di non trasmettere (per questioni di diritti) le partite di calcio sul Rai International. Ogni giorno ci propinano ricette, trasmissioni del cavolo dove si parla ancora degli immigrati con la valigia di cartone, una sfilza di cerimonie religiose (ne basterebbe una sola), ma mai il calcio. Tra l’altro tutte le trasmissioni, a parte quelle religiose, sono in differita di un giorno, anche la Domenica sportiva. Loro hanno un contenitore sportivo in diretta, “La giostra dei gol”, che qui in Asia viene sostituito da una puntata di Canzonissima 72 o da qualche altra cosa che un Fantozzi odierno non esiterebbe a chiamare “Una cagata pazzesca”. Il secondo saluto deferente viene offerto alle genitrici dei vertici di Cctv 5, China Central Television, il quinto canale della televisione di stato che trasmette sport 24 ore su 24. Invece di trasmettere la partita del Napoli, trasmettono una partita spagnola o inglese o, peggio, una partita di badminton o di un altro sport. Constatata l’impossibilità di guardare la partita in diretta televisiva, scatta la forsennata ricerca del link per lo streaming. E qui parte il quarto deferente ossequio alle genitrici di coloro che hanno realizzato e gestiscono la censura su internet, che non ti permettono, se non utilizzando programmi di Virtual Private Network (Vpn, programmi che fanno si che tu ti colleghi tramite un indirizzo internet – Ip – di un paese straniero) che rallentano di molto il collegamento, di poter vedere video. Troviamo il canale, colleghiamo il computer portatile al televisore e cominciamo a vedere la partita. Il divieto di urlo è imperante: vorrei evitare dalla crisi di coppia ad una pantofola sulla fronte per aver svegliato la bambina. Ma non si riesce a delegare: lasciamo il balcone aperto per permettere fuga immediata e lasciare scoccare urlo liberatorio. Nel quartiere fortunatamente non hanno ancora capito chi è sto pazzo che alle 4 di notte di due mercoledì fa urlò Forza Napoli al gol di Cavani a Manchester. L’unico che se ne accorge è il cane dei vicini che, forse temendo di essere mangiato come molti suoi simili in Cina, ad ogni commento dal tono di voce più alto, comincia ad abbaiare. Dopo una quindicina di minuti, comincio a vedere qualche testa di socio calare subito dopo le palpebre. E cosi’ mi tramuto in venditore di Borghetti e preparo il caffè. Rigorosamente napoletano, rigorosamente con la moka. La partita sfila tra commenti, bestemmie, insulti alla genitrice dell’arbitro, commenti tecnici, come in qualsiasi bar sport italiano. Allo stesso modo, altri tinosi sino-napoletani si riuniscono a Suzhou, Pechino e altre città di quello che noi abbiamo ribattezzato “l’azzurro impero”A dire il vero, per un po’ di tempo l’anno scorso non abbiamo visto partite. Tra me, Valentino e gli altri c’era quasi un accordo tacito: dopo che un paio di partite non avevano avuto un risultato a noi favorevole, abbiamo pensato di essere noi ad aver portato sfortuna. E cosi’, senza neanche dircelo, abbiamo cancellato le visioni. Per poi riprendere: la fede smuove e montagne (senza blasfemia) e ti fa stare in piedi per vedere il Napoli. La partita finisce, gli amici se ne vanno. Domattina, anzi, fra meno di tre ore si comincia a lavorare. Ma ne è valsa la pena. Per il Napoli vale sempre la pena. Certo, se qualcuno ci aiutasse a vedere le partite in tv, se potessimo evitare di giocare sempre in notturna (noi siamo a sei ore in avanti di fuso, fra un mese saremo a sette ore…), sarebbe meglio. Ma come ha scritto un nostro socio, “questo Napoli non ci fa dormire ma ci fa sognare”. E continuiamo a sognare.

Nello Del Gatto

presidente Club Napoli Cina Azzurro Impero

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