Napoli-Nizza 2-0: finalmente una squadra donna, che bada all’obiettivo
Il Napoli gioca una gara accorta, Reina non deve compiere nemmeno una parata. Sarri bravo a sostituire Hamsik. A Nizza si parrà la nostra nobilitate.

Jorginho, (Ciambelli)
Il risultato perfetto
Due a zero, il risultato perfetto in Europa. Soprattutto nella gara d’andata. Il Napoli supera il Nizza e riesce a non subire gol. Impresa da non sottovalutare: nelle ultime cinque gare europee, soltanto contro la Dynamo Kiev la squadra di Sarri aveva lasciato il San Paolo senza subire gol (in quella occasione non segnò nemmeno). Il Napoli ha “regolato” il Nizza col più classico dei punteggi. E ha sfoderato una prestazione che Marco Ferreri avrebbe definito donna: pragmatica, senza fronzoli (che ormai appartengono all’emisfero maschile). Il Napoli è andato dritto all’obiettivo. Reina ha concluso la partita senza aver compiuto nemmeno una parata. Mentre gli azzurri possono vantare una traversa (su quasi autogol) e un gol mangiato da Milik (subentrato a Mertens).
Mertens protagonista
Il belga è stato il protagonista della serata. Ha sbloccato lui la partita, ha capitalizzato un bel lancio di Insigne, ha approfittato di un’uscita avventurosa del portiere avversario – Cardinale – e ha depositato in rete. Ha segnato in un momento non semplice per il Napoli. Ha segnato quando il Napoli sembrava soffrire il Nizza di Favre che è venuto al San Paolo con uno schieramento comprensibilmente difensivo e pronto a ripartire e offendere con Saint-Maximin una sorta di Gervinho senza bisogno di riporto dei capelli.
Mertens ha aperto la partita e Mertens l’ha chiusa. Lo ha fatto nel secondo tempo. Ancora una volta a fargli da spalla è stato Lorenzo Insigne. Triangolo di prima sul lato corto sinistro dell’area di rigore, Dries anticipa tutti e si lancia in area. Viene abbattuto sul limite. Dentro? Fuori? Poco importa. Rigore. E dal dischetto Jorginho realizza con rara freddezza.

Il futuro è donna
La lezione di Falcao
In mezzo a questi due lampi di Mertens, c’è un Napoli giudizioso, accorto, che è sceso in campo con la testa all’obiettivo. Anche a Castel Volturno dev’essere arrivato quell’aneddoto che ormai oltre trent’anni fa raccontava un certo Paulo Roberto Falcao. A qualcuno che aveva scambiato il calcio per l’esibizione dei Globetrotters, Paulo Roberto rispose a modo suo: prese il pallone, e fece due giri di campo palleggiando senza mai far toccare terra al pallone. Poi si fermò e disse: così, però, non si vince; per vincere, serve altro.
Hamsik giustamente sostituito
Maurizio Sarri, ora sì comandante, deve aver istruito i suoi. Da comunista ortodosso, ha fatto sua la lezione di Deng Xiao Ping. Aveva l’obiettivo di acchiappare il topo e lo ha acchiappato. Il Napoli donna ha ovviamente seguito il proprio canovaccio, con molti passaggi di prima, ma la leziosità è stata rara. Sarri è apparso molto concentrato. Altrimenti non avrebbe tolto dal campo Marek Hamsik dopo nemmeno un’ora di gioco. E ha fatto bene. Addio ai cascami camerateschi, le gerarchia e quelle menate lì. Sarri si è ispirato al buon senso femminile e ha tolto il capitano. Al suo posto, Zielinski. Poi ha tolto Mertens che ovviamente non l’ha presa benissimo. E il suo sostituto, Milik, si è divorato il gol del 3-0.
In mezzo, c’è la partita. C’è tanto da raccontare. Lo faremo. Il Napoli è persino cresciuto nel secondo tempo. Francamente, chi scrive avrebbe firmato per un 2-0. C’è tutto il ritorno da giocare. Non sarà facile. È ovvio. Non bisogna avere sensi di colpa per non aver sfruttato la doppia superiorità numerica nel finale (a proposito, quest’anno il gioco violento viene punito veramente). Bisogna risparmiare le energie per Nizza. Non sarà una gara facile. Il Napoli in versione donna in Costa Azzurra si gioca la sua maturità.