Sarri: «Napoli, un futuro di cui essere ottimisti. A Genova razzismo, e i media soprassiedono»

Intervista di Maurizio Sarri al Corriere dello Sport: «Tra De Laurentiis e i cinesi scelgo Aurelio: ci litigo e poi litighiamo ancora, ma ci ridiamo sopra».

Sarri

Maurizio Sarri al San Paolo (Cuomo)

L’intervista al Corriere dello Sport

La prima domanda, anzi la prima risposta, chiarisce la direzione di tutta l’intervista. «Maurizio Sarri è un uomo innamorato del calcio, ma anche esigente. Quando mi è capitato di vincere qualche partita nella quale non m’ero divertito, ed è successo, sono uscito dal campo insoddisfatto».

C’è un Napoli che cresce, secondo Sarri, nelle parole di Sarri: «C’è da essere ottimisti sul futuro. Dietro a calciatori di caratura ormai alta, abbiamo una schiera di ventunenni con potenzialità enormi e margini di miglioramento indecifrabili. Zielinski ha le stimmate del fuoriclasse. Diawara può diventare altro, perché ha appena diciannove anni; Rog ha qualità assolute, che ha cominciato a mostrare dopo essersi adattato al nostro calcio. E Milik è un libro ancora tutto da scrivere, credetemi».

«I segnali sono importanti, però se ripenso a certi dettagli, ad esempio che nell ultime due partite, un minuto dopo aver segnato il 3-0 siamo stati capaci di subire gol, allora trovo una debolezza su cui dovrò lavorare I sogni non li ho negati, è solo che quando ricomincia un campionato si riparte da zero. Sappiamo che ad agosto le milanesi dovrebbero tornare». Su questo punto, però, non ha dubbi: «Non potrei scegliere che De Laurentiis, tra lui e i cinesi: ci litigo, ci faccio pace, poi ci rilitigo e poi ci ridiamo su».

Mertens e Insigne

«Dries ha stupito chiunque, anche me, forse pure se stesso. Sarebbe piaciuto a tutti quanti noi vederlo in cima alla classifica dei cannonieri, un premio che avrebbe meritato. Lorenzo sa diventando un calciatore di livello mondiale. Ha strumenti tecnici straordinari ed ha cominciato a incidere in maniera secca nelle partite».

Reina: «Fondamentale, anche nel modo di pensare. È un uomo fedele, che sposa l’allenatore, e questo sentimento Pepe lo porta con sé nello spogliatoio. Può avere anche fatto qualche errore, però i piedi che ha lui non li ha nessun altro portiere al mondo».

Gol e cori razzisti

In Italia vince chi subisce meno: «Ma accadrà presto che il successo apparterrà a chi segnerà di più. La tendenza sta cambiando, va crescendo l’espressione offensiva e gli equilibri sono in evoluzione. Magari non siamo ancora pronti verso questo nuova tendenza statistica, ma succederà».

L’esperienza di Samp-Napoli: «Io a Genova, domenica, e non voglio demonizzare i tifosi della Samp, perché la parte sana del tifo è la maggioranza e perché dalla società abbiamo ricevuto una accoglienza meravigliosa, ad un certo punto mi sono stufato. Ho detto a Banti, nello spogliatoio: che faccio, me ne devo andare? E Banti è stato bravo, deve far rispettare il regolamento, m’ha detto che se uscivo m’avrebbe dovuto mandar via. Ma questo è razzismo su cui i media soprassiedono, mentre per altre esempi fungono, giustamente, da cassa di risonanza. Per vincere partite come queste, bisogna battere l’ignoranza radicata e temo che le nostre generazioni non riusciranno ad assistere a spettacoli migliori».

 

Correlate