La lezione della Scozia (all’Italia): squadra mediocre ma spirito possente (Guardian)
"La squadra di Clarke ha McTominay ma ha anche un portiere di 42 anni seconda scelta nel suo club. Vince con una forza d'animo incrollabile"

Mg Napoli 23/05/2025 - campionato di calcio serie A / Napoli-Cagliari / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Scott McTominay-Billy Gilmour
E’ chiaramente il momento della Scozia di Scott McTominay. Che è una lezione ambulante: un’altra nazionale è possibile. Il sottotesto per noi italiani, leggendo l’analisi di Ewan Murray su Guardian, è: anche l’Italia di Gattuso potrebbe – dovrebbe – fare come gli scozzesi. E invece.
“Alcuni – scrive il Guardian – sostengono che il calcio internazionale abbia perso rilevanza a causa dell’ossessione per i club e del conseguente boom aziendale. La Scozia ha dimostrato esattamente il contrario. La forza del sentimento legato ai propri successi è stata incredibilmente impressionante. La Scozia nutre un profondo e appassionato affetto per la propria nazionale di calcio. Il Paese è orgoglioso di poter contare sullo status che una Coppa del Mondo porterà”.
“Dopo aver atteso a lungo dal 1998 per tornare ai vertici del calcio internazionale, gli scozzesi hanno deciso che la semplicità era sopravvalutata”. E Steve Clarke “ora è il miglior allenatore del paese. Lo stoico e timido 62enne ha fatto progressi a livello internazionale in un momento in cui le risorse a sua disposizione erano legittimamente messe in discussione. La Scozia ha sconfitto la Danimarca con un portiere 42enne, Craig Gordon, che non è nemmeno la prima scelta del suo club. Non è affatto irrispettoso sottolineare che una serie di nazionali, anche mediocri, preferirebbero mantenere le proprie opzioni di difensore centrale o centravanti piuttosto che scambiare con Clarke. Questa è invece una squadra costruita su uno spirito possente, una feroce etica del lavoro che dovrebbe rappresentare ciò che la Scozia rappresenta e il rifiuto di accettare di essere sconfitta”.
Il cammino, anche emotivo, della Scozia è paragonabile per molte cose a quello dell’Italia. Tranne che nell’epilogo per ora. “L’umorismo scozzese – e il fatalismo – fa sì che gli scommettitori stiano già pensando alla sconfitta ai Mondiali contro Capo Verde o Giordania. Bisogna tornare al 1990 per l’ultima volta che la Scozia vinse una partita nel torneo. Nella stessa Coppa del Mondo, la Costa Rica mise in imbarazzo la squadra di Andy Roxburgh. Speranze e timori per il 2026 possono essere messi da parte. Ora è il momento di riconoscere un momento storico. E, naturalmente, il modo sensazionale in cui è stato confermato”.











