Il calcio francese in tv è passato da Dazn a Ligue 1+, ma per il pezzotto non è cambiato niente (L’Equipe)
Sono circa 8 milioni gli utenti pirata in Francia, per un mercato da circa 400 milioni di euro l'anno: quanto valevano i diritti del campionato francese venduti a Dazn

This photograph shows the logo of French Ligue 1 ahead of the French L1 football match between Stade Brestois 29 (Brest) and Stade Rennais FC at Stade Francis-Le Ble in Brest, western France on October 19, 2024. FRED TANNEAU / AFP
Il Pezzotto è stabile. Che sia Dazn, o qualsiasi altra piattaforma, da piratare nulla cambia. E in Francia stanno cercando di studiare il fenomeno, se possibile in maniera ancor più scientifica. Ne scrive L’Equipe. I dirigenti di Dazn hanno attribuito il fallimento della loro esperienza in Ligue 1 alla forte diffusione della pirateria che avrebbe limitato la crescita degli abbonamenti a circa 700.000 utenti ben al di sotto delle aspettative. Una situazione che avrebbe indotto il proprietario Len Blavatnik a interrompere il progetto dopo una sola stagione, versando 85 milioni di euro di indennizzo alla Lega francese. Ma oltre a prezzi giudicati elevati e a una comunicazione poco efficace, la pirateria risulta un fattore centrale nel mancato successo dell’operazione, scrive sempre il giornale francese.
Per quantificare il fenomeno, Dazn ha incaricato un gruppo di esperti che ha svolto un’indagine tra novembre 2024 e febbraio 2025. Secondo Philippe Dewost, consulente coinvolto nel lavoro e già direttore generale della scuola informatica Epita, è emerso un sistema organizzato e capillare, riconducibile a gruppi criminali attivi in diversi traffici. Sono stati individuati tre principali fornitori di servizi Iptv illegali: l’accesso ai contenuti avviene tramite decoder preconfigurati e venduti in contanti, con il solo numero di telefono dell’acquirente come riferimento. Un dato che espone gli utenti anche al rischio di phishing e truffe, poiché i contatti finiscono spesso nel Dark Web.
Le piattaforme, secondo il rapporto, dispongono di un’infrastruttura complessa, distribuita su provider europei e internazionali, tra cui Russia, Cina e Laos, e ricodificano un numero elevato di flussi illegali. I decoder danno accesso all’intera offerta sportiva e a servizi come Netflix, Prime Video e Apple TV.
Dewost stima circa 8 milioni di dispositivi in circolazione in Francia – con una previsione di 9 milioni a fine anno – per un giro d’affari vicino ai 400 milioni di euro annui, paragonabile al valore dei diritti della Ligue 1 ai tempi dell’accordo con Dazn. Una cifra superiore a quella indicata dai dati “Arcom” (una sorta di Agcom francese), che parlano di 5-6 milioni di decoder e indicano nella pirateria un comportamento che coinvolge il 12% degli utenti internet francesi.
Il consulente osserva che il problema è rimasto invariato anche dopo il lancio di Ligue 1+, la piattaforma messa in piedi dalla Lega per sostituire Dazn. In diversi casi, le contromisure adottate dall’autorità di regolamentazione si limitano a singoli indirizzi o flussi, senza intaccare la struttura centrale delle piattaforme illegali. Da qui l’invito ai club e agli operatori a investire maggiormente in sicurezza, collaborando con le istituzioni ma senza dipendere esclusivamente da esse.
La Lega ha avviato un rafforzamento delle attività investigative tramite LFP Media, con l’obiettivo di contenere il fenomeno e favorire la crescita di Ligue 1+. La piattaforma ha oggi circa 1,08 milioni di abbonati.











