Il commissario agli stadi è un fantasma, non è nominabile. L’eurofiguraccia di Abodi (Il Fatto quotidiano)
Massimo Sessa non è mai stato nominato. Guadagna di più al Consiglio superiore dei lavori pubblici e non può cumulare i due incarichi. Intanto manca un anno alla scadenza delle sedi per Euro 2032

Roma 16/12/2023 - Atreju: Festa Fratelli d’Italia / foto Image nella foto: Andrea Abodi
Il commissario agli stadi è un fantasma, non è nominabile. La figuraccia di Abodi (Il Fatto quotidiano)
Ricordate la nomina del commissario agli stadi? Il ministro dello Sport l’annunciò un mese fa eppure nulla è cambiato, il commissario non si è mai insediato e non si sa se si insedierà mai. Ne scrive il Fatto quotidiano con Lorenzo Vendemiale.
Il mistero del “commissario fantasma” si infittisce. È passato più d’un mese da quando Andrea Abodi ha annunciato l’uomo che dovrà risolvere il grande problema del calcio italiano con gli stadi. L’attesa stava diventando surreale: il ministro parlava da oltre un anno di commissario, la norma era stata approvata prima dell’estate ma mancava il nome. Eccolo, finalmente: Massimo Sessa, dirigente apicale del ministero dei Trasporti. Grand commis con tantissime relazioni bipartisan, “l’ingegnere d’italia”, come lo definiscono a palazzo, per il suo ruolo di presidente del Consiglio superiore dei lavori pubblici, massimo organo consultivo tecnico dello Stato.
Il problema è duplice: economico e politico.
C’è un problema economico e uno politico, direttamente collegati fra loro. Sessa al ministero dei Trasporti guadagna tanto, oltre 180 mila euro l’anno. Il compenso del commissario per gli stadi è basso: 132 mila euro l’anno, formalmente ne ballano una cinquantina, ma la differenza è molto di più considerando che di questi circa la metà sono parte variabile, che potrebbe anche non percepire.
Sessa contava di mantenere entrambe le poltrone anche per coniugare l’azione di commissario con quella del Consiglio superiore dei lavori pubblici.
Ma qui si è messo di mezzo Matteo Salvini. Il ministro dei Trasporti, da cui dipende Sessa, è intransigente: o il commissario agli stadi o il Consiglio superiore.
Di qui, scrive il Fatto: lo stallo. E siamo a meno di un anno dalla scadenza per indicare le sedi di Euro 2032, la missione stessa per cui nasce questa figura e che a quel punto sarebbe davvero a rischio.










