Atp Finals, se Binaghi vuole i soldi pubblici dovrà accettare che Sport e Salute metta becco sulle sue decisioni

L'Analisi de Il Domani sul futuro delle Finals. Fino al 2027 saranno a Torino che teme di perderle a vantaggio di Milano

Atp Finals

Panichi è alla destra di Vagnozzi (che è alla destra di Sinner); alla destra di Panichi c'è Badio. Italy's Jannik Sinner (4thR) poses with members of his staff, Darren Cahill (3edR), Australian tennis coach, Marco Panichi (3rdL), fitness coach, after winning the final against USA's Taylor Fritz at the ATP Finals tennis tournament in Turin on November 17, 2024. (Photo by Marco BERTORELLO / AFP)

Torino conferma le ATP Finals fino al 2027, consolidando il suo ruolo di Tennis City con fan village e apprezzamenti dei giocatori. Dietro la festa e il pubblico entusiasta, però, si gioca una partita politica tra Fitp e Sport e Salute per il controllo e i finanziamenti dell’evento. L’ATP resta indipendente, pronta a spostare il torneo se necessario. Nonostante le incertezze, Torino continua a vivere la sua passione per il tennis, tra orgoglio e psicodramma locale. Ne scrive il Domani 

La paura di cedere lo scettro di Tennis City a Milano

“Torino tennis city è soprattutto una domanda. La stessa che i torinesi esprimono da quando si videro sfilare da Roma, dopo i primi vent’anni del XX secolo, il titolo di capitale del cinema. Da quando negli anni Settanta il Samia, il salone della moda, chiuse i battenti perché la moda se l’era pappata Milano; da quando il Salone dell’auto e quelli della Scienza e della Tecnica si trasferirono altrove. La domanda è: ma è vero che ce lo porteranno via, il tennis? A Torino (almeno) fino al 2027. Questo sono diventate le Finals per Torino: un piccolo grande psicodramma. Perché dopo aver raggiunto in un quinquennio il ruolo unico nella storia di Tennis city, non una città che ospita l’evento, ma una città che diventa l’evento, sarebbe uno smacco mortale vederlo traslocare a Milano.”

La certezza di ospitare le Atp Finals fino al 2027

“Ma una buona notizia c’è: se la conferma che il torneo si svolgerà all’ombra della Mole anche l’anno prossimo c’era già, ora c’è la certezza anche per il 2027. Altri due anni in cui la città avrà l’opportunità di aumentare ancora la sua natura di Tennis city, ingrandire il Fan Village. Già gigantesco, conquistare altri apprezzamenti dei giocatori. Alex De Minaur, dopo aver perso contro Musetti la più bella partita di quest’anno, ha ringraziato il pubblico che, pure se giocava contro un italiano, lo ha sostenuto. Roba degna di Wimbledon. E dopo? Ci sono altre tre edizioni italiane cui dare una casa. E qui le cose si fanno mano chiare. Ieri il sindaco Beppe Sala ha dichiarato che a intraprendere una guerra a Torino per le Finals non ci pensa neanche, almeno per ora. A livello nazionale sarebbe assai increscioso che due amministrazioni locali di sinistra si scannassero pubblicamente più di quanto Musetti e De Minaur hanno fatto martedì”.

La battaglia tra Sport e Salute e la Federtennis

“Sullo sfondo c’è il confronto tutto politico fra Sport e Salute, la società governativa che ha svuotato il Coni di finanziamenti e ruoli (appoggiata dal presidente della Federazione italiana tennis e padel Angelo Binaghi) e la stessa Fitp. Il punto del contendere è noto. Finora la Federazione ha potuto aggiudicarsi e ospitare le Finals anche e soprattutto per le garanzie finanziarie dello Stato, leggasi Giancarlo Giorgetti.

Ora il governo ha detto chiaro e tondo che se Fitp vuole soldi pubblici, deve permettere a Sport e Salute di avere un ruolo decisionale nella governance dell’evento. Prospettiva davanti alla quale Binaghi & Appendino (vicepresidente Fitp) hanno levato gli scudi. Fino a che Andrea Gaudenzi, chairman Atp, ha scritto alla Fitp dicendo che Atp con la politica non vuole averci nulla a che fare. Il che fa piuttosto ridere, pensando a cosa sta succedendo con l’Arabia Saudita, ma il mondo questo è.

 Se Binaghi vuole soldi pubblici, dovrà accettare che Sport e Salute metta becco sulle sue decisioni. In caso contrario dovrà trovare altrove le garanzie finanziarie. Ad Atp poco interessa se un meteorite dovesse abbattersi sulla Inalpi Arena e rendere impossibile lo svolgimento del torneo. L’Associazione ha potestà di farlo disputare altrove e chiedere pure i danni. In più, nonostante abbia trovato a Torino una Tennis city che non s’era mai vista, una scappatella di qualche anno nella glamour Milano non la vedrebbe proprio male. E a Milano nel 2027 ci saranno le elezioni: un sindaco che non fosse Sala o chi per lui potrebbe riprendere l’antica tradizione di litigare con Torino. Lo psicodramma tennistico sabaudo da oggi è meno pesante, anche perché si vocifera che al posto delle Finals potrebbe arrivare un torneo di alto livello, ma non è scomparso. E forse i torinesi non ne sono troppo sorpresi: da sempre vivono in un’incertezza del genere”.

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