Il Cio verso il divieto totale per gli atleti transgender nelle gare femminili
Oltre agli atleti transgender, la revisione del CIO potrebbe toccare anche le atlete con differenze di sviluppo sessuale (DSD), come Caster Semenya, vincitrice dell’oro negli 800 metri a Londra 2012 e Rio 2016 (Telegraph)

Roma 02/06/2016 - IAAF Diamond League Golden Gala Atletica Leggera / foto Insidefoto/Image Sport nella foto: Caster Semenya ONLY ITALY
Le Olimpiadi bandiranno gli atleti transgender da tutte le competizioni femminili, in seguito a una revisione delle prove basata sulla scienza. La decisione è sul tavolo del Cio che la adotterà a breve secondo Telegraph.
“Kirsty Coventry, la nuova presidente del Comitato Olimpico Internazionale (Cio), ha dichiarato a gennaio al Telegraph Sport di essere favorevole a un divieto assoluto e, dopo aver conquistato la presidenza a marzo, ha commissionato una revisione che valutasse i vantaggi fisici permanenti dell’essere nati maschi. La decisione finale non è ancora arrivata, ma il percorso sembra ormai tracciato. La scorsa settimana la dottoressa Jane Thornton, direttrice medica e scientifica del Cio, ha aggiornato i membri del comitato sui risultati preliminari della revisione.
Sebbene non sia stata presa alcuna decisione definitiva, l’aggiornamento ai membri del Cio avrebbe affermato che prove scientifiche hanno dimostrato che l’essere nati maschi presentava vantaggi fisici, che persistevano anche dopo aver ridotto i livelli di testosterone.
Attualmente, la politica del Cio lascia ai singoli sport la libertà di decidere autonomamente: “l’atletica e il nuoto vietano gli atleti transgender, mentre sport come il calcio consentono la partecipazione… a condizione che abbiano adottato misure per ridurre i livelli di testosterone”. Ma con la nuova gestione, questa autonomia potrebbe finire.
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Dalla Hubbard a Semenya: i casi che dividono lo sport
Gli esempi di donne transgender che competono alle Olimpiadi sono molto rari, ma un esempio recente è stato quello di Laurel Hubbard, una sollevatrice di pesi neozelandese che ha partecipato ai Giochi di Tokyo nel 2020 ma non ha vinto una medaglia.
Oltre agli atleti transgender, la revisione del Cio potrebbe toccare anche le atlete con differenze di sviluppo sessuale (Dsd), come Caster Semenya, vincitrice dell’oro negli 800 metri a Londra 2012 e Rio 2016.
Un’attenzione particolare è rivolta ai casi più recenti, come Imane Khelif e Lin Yu-Ting, le due pugili che hanno conquistato l’oro a Parigi 2024 nonostante non avessero soddisfatto i criteri di idoneità di genere ai Campionati del Mondo di pugilato. Il loro sesso, nota il CIO, non è mai stato confermato ufficialmente.











