Ohtani e Yamamoto protagonisti delle World Series di baseball: il Giappone che spiega agli Stati Uniti come si gioca a baseball

Entrambi giocano nei Los Angeles Dodgers. Il primo batte e lancia, il secondo lancia e in gara2 ha fatto un complete game, una partita lanciata per intero da solo

LOS ANGELES, CALIFORNIA - OCTOBER 17: Shohei Ohtani #17 of the Los Angeles Dodgers pitches during the fourth inning against the Milwaukee Brewers in game four of the National League Championship Series at Dodger Stadium on October 17, 2025 in Los Angeles, California. Sean M. Haffey/Getty Images/AFP (Photo by Sean M. Haffey / GETTY IMAGES NORTH AMERICA / Getty Images via AFP)

C’è qualcosa di quasi irreale nel vedere le World Series 2025, la finale del campionato americano di baseball tra Los Angels Dodgers e Toronto Blue Jays (1-1 nella serie) diventare il palcoscenico di due giocatori giapponesi. Da una parte Shohei Ohtani, l’uomo che fa tutto: lancia, batte, segna e incanta. Dall’altra Yoshinobu Yamamoto, un lanciatore che sembra uscito da un laboratorio di precisione di Kyoto. Entrambi giocano nei Los Angeles Dodgers, e insieme stanno riscrivendo il modo in cui gli Stati Uniti guardano al loro sport più identitario.

Le World Series sono l’equivalente della finale di Champions League, ma lunga una settimana: si gioca al meglio di sette partite tra i vincitori della American League e della National League. Quest’anno tocca ai Los Angeles Dodgers (una delle franchigie storiche, quella di Jackie Robinson e di Hollywood) e ai Toronto Blue Jays, unica squadra canadese nella Major League di baseball. Una finale che — sulla carta — doveva essere l’ennesimo scontro tra il potere americano e la fame del Nord, ma che sta diventando la storia di due giapponesi che hanno preso in mano lo show.

Shohei Ohtani e il baseball

Scrive Espn: Partiamo da Shohei Ohtani, probabilmente il giocatore più spettacolare del pianeta. In Giappone lo chiamavano “il bambino prodigio di Iwate”. In America lo hanno ribattezzato “The Unicorn”, l’unicorno, perché nessuno fa quello che fa lui: è l’unico giocatore moderno capace di essere contemporaneamente uno dei migliori battitori e uno dei migliori lanciatori della lega. Nel calcio sarebbe come avere un portiere che, al 60’, cambia maglia, entra in attacco e segna il gol decisivo. Ohtani lancia a oltre 160 km/h, ma quando tocca alla sua squadra battere, scende dal monte, prende la mazza e spedisce la palla fuori dallo stadio. Per i tifosi americani è qualcosa di mitologico: “We’ve never seen this before”,  Eppure, dietro la magia, c’è una disciplina tutta giapponese: ore di allenamento ripetitivo, movimenti studiati al millimetro, la ricerca dell’equilibrio perfetto tra potenza e armonia.

Yoshinobu Yamamoto

Se Ohtani è l’artista, Yoshinobu Yamamoto è l’ingegnere del baseball. I giornali americani lo hanno definito “il chirurgo del mound”: ogni lancio sembra calcolato come un’equazione. La sua specialità è lo splitter, un tipo di lancio che parte come una fastball (la palla veloce) e poi, all’ultimo metro, cade di colpo come una foglia morta, lasciando il battitore a vuoto. Nella gara-2 delle World Series, Yamamoto ha dominato i Blue Jays con un complete game cioè una partita lanciata per intero da solo. In un’epoca in cui quasi tutti i pitcher vengono cambiati dopo cinque o sei inning, è un piccolo capolavoro. “Un maestro di controllo e calma zen”, ha scritto CBS Sports.

Alla fine, la domanda è semplice: chi sta vincendo le World Series — i Dodgers o il Giappone? Forse entrambi. Perché, nel momento più americano dell’anno, lo sport che una volta serviva a definire l’identità nazionale sta diventando un linguaggio globale, parlato con inflessioni diverse. E come succede spesso nello sport, i nuovi maestri arrivano proprio da dove non te li aspetti.

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