Curioso che tanti italiani abbiano scoperto il tricolore grazie a Sinner (Libero)
Il diniego sinneriano fa emergere tanto a destra quanto a sinistra una multiforme platea di spirito patriottico.

Parigi 08/06/2025 - finale Rolland Garros maschile / foto Imago/Image Sport nella foto: Jannik Sinner ONLY ITALY
Tempestini sulle pagine di Libero attacca gli haters di Sinner, o meglio una certa categoria che si ricorda di difendere il tricolore solo per attaccare il tennista che ha rifiutato di giocare la Coppa Davis.
“Non ci volevano Cassandre per prevedere il bailamme scatenato dalla rinuncia di Jannik alla Davis. Tutto prevedibile. E risibile. Sulla pecunia invidiae abbiamo ragionato due giorni fa. Qui si prende in esame una sfumatura che accomuna destrorsi e sinistrorsi. E che però, per i secondi, finisce col mostrare una macroscopica contraddizione.
Il punto è: il diniego sinneriano fa emergere tanto a destra quanto a sinistra una multiforme platea di fratelli d’Italia (non partito, ma spirito patriottico). Eppure a sinistra il suddetto spirito, considerati i tempi che corrono, pare avere il potere di rinvigorirlo soltanto Sinner. Solo ora scoprono il tricolore? Può sembrare bieco generalizzare, ma avvicinandosi un poco stupisce quanto la supposta generalizzazione sia difficile da smentire”.
“Il progressismo, il tricolore lo mal sopporta (quelle piazze anzi lo schifano). Va nascosto, rinnegato. Roba da rimpiangere Togliatti e la Conferenza di Yalta, il tricolore imposto, pur in secondo piano rispetto a falce e martello. Certo, c’era un contesto: affrancarsi da Mosca, contendere la bandiera al fascismo. E guarda un po’, oggi che il fascismo impazza solo nelle loro menti, il tricolore non è più conteso ma stigmatizzato, ridotto dalla sinistra a prerogativa simbolica delle “destre”.
Ma poi arriva Sinner. E si indignano per l’oltraggio alla patria. Prendi Gramellini, che in un pirotecnico cortocircuito autarchico italianizza «Gianni» Sinner. E sul Corriere scrive: «Nessuno sarà così meschino da dargli dell’apolide o dell’avido soltanto perché preferisce stancarsi per gli emiri anziché per la patria», esercizio di stile per sostenere l’esatto opposto (Gramellini che parla di «patria»!). Prendi Augias, che pur di impallinarlo (ancora) si annida nella pagina delle lettere di Repubblica (chez Francesco Merlo), dove rilancia: non più «italiano riluttante» ma «italiano dimezzato». Prendi la Audisio, sempre Rep, che tira in ballo il vecchio “no” a Mattarella e la casa a Montecarlo. Ecco, prendiamo tutti loro e tanti altri: hanno scoperto il tricolore grazie a Jannik. Curioso, no?”