Vacherot: «Ho trascorso tutta la vita in posti con caldo e umidità, a Shangai mi sono abituato in fretta»
Il vincitore di Shangai al CorSera: «Sarebbe un onore giocare contro Sinner, lo incrocio spesso a Monaco. Federer il mio idolo, a volte in finale sbirciavo per vedere la sua reazione».

Monaco's Valentin Vacherot celebrates his victory against Frances Arthur Rinderknech during the mens singles final at the Shanghai Masters tennis tournament in Shanghai on October 12, 2025. (Photo by Hector RETAMAL / AFP)
Il tennista monegasco Valentin Vacherot ha vinto il Masters 1000 di Shangai contro suo cugino Arthur Rinderknech, pur essendo il numero 204 del mondo. L’intervista al Corriere della Sera.
L’intervista a Vacherot
Un Masters-1000 vinto da numero 204 del mondo. Cosa prova a freddo?
«Una parte di me inizia a realizzare, l’altra è ancora confusa».
Le ore prima della finale, lei e Arthur: cugini o rivali?
«Ci siamo scaldati insieme, ma prima ancora abbiamo condiviso la colazione. Un bel momento, che resta tra noi».
Il vostro abbraccio dopo le due semifinali ha fatto il giro dei social:
«Ero più stressato durante il suo ultimo game contro Medvedev che in tutte le mie partite. Abbiamo trascorso tanto tempo assieme da bambini, poi all’università in Texas. E non ci eravamo mai affrontati!».
Il suo idolo Federer era a vedere la finale:
«Sono sincero: dopo alcuni punti sbirciavo in alto per vedere la sua reazione. L’ho conosciuto prima della partita: indescrivibile».
Ha vinto i Challenger in India e Thailandia, ora nell’umidissima Shanghai: è maestro in condizioni estreme?
«Ho trascorso tutta la vita con caldo e umidità: Montecarlo, ma anche il Texas. A Shanghai l’acclimatamento è stato duro, ma mi sono abituato in fretta. E ho giocato spesso di notte: più umido, ma meno caldo. Il meglio per me».
Si stava già preparando ad affrontare Sinner…
«Pensavo: “Giocare con Jannik è la cosa migliore che possa capitarmi”. Ho seguito la sua partita con Griekspoor e il ritiro, mi sono detto: avrò più chance. È andata bene. Jannik lo incrocio spesso in palestra, negli spogliatoi: è una bella persona, mi augura sempre buona fortuna per i tornei, anche quando sono Challenger. Spero di giocare presto contro di lui, sarebbe un onore».
Ora è numero 40 del mondo. Il prossimo obiettivo?
«Dopo un Masters-1000 c’è lo Slam, giusto? Ma non avrei mai pensato di vincere un mille, figurarsi uno Slam. Montecarlo sarebbe il sogno. Ci sarà tempo per pensarci, ora voglio solo godermela».