Ventura: «Ho rinunciato alla Serie A per il Napoli in C, chi l’avrebbe fatto? Andai via per un rigore sbagliato di Calaiò»

L'ex ct a Stile Tv: «Non c'erano né maglie né palloni ma l'ho fatto perché sentivo affetto e Napoli non poteva stare in quelle condizioni. Ogni volta che incontro Calaiò, mi dice che si sente colpevole»

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Db Torino 06/10/2017 - qualificazione Mondiali Russia 2018 / Italia-Macedonia / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Giampiero Ventura

L’allenatore Giampiero Ventura ha rilasciato alcune dichiarazioni oggi pomeriggio a Stile Tv nel corso della trasmissione “Salite sulla giostra” di Raffaele Auriemma.

Le parole di Ventura

«Ho fatto qualcosa che nessun allenatore di serie A avrebbe fatto: ho rinunciato alla serie A per allenare il Napoli in C dove non c’erano maglie né palloni. Non l’ho fatto per motivi economici e neanche professionali, ma perché sentivo affetto e Napoli non poteva stare in quelle condizioni. Mi sono buttato, ho vissuto le macerie e sono davvero felice che il Napoli ora sia in Champions. Andai via perché Calaiò sbagliò un rigore. Ogni volta che lo incontro mi dice che si sente colpevole per aver sbagliato il rigore. Scherzi a parte, fa parte del lavoro che ho scelto di fare. Spero e credo che questo sia l’inizio di un percorso duraturo ad alti livelli».

Sulla Nazionale

«Il ricordo del Mondiale dell’82 è fantastico, in primis perché ero più giovane. E poi perché l’ho vissuto insieme agli amici del tempo e a quei tempi la Nazionale univa a 360 gradi. Il tifo era dentro di noi, non avevamo bisogno di urlare. Giocavo a calcio in quel periodo, poi mi infortunai ed ho iniziato la carriera di allenatore. Gattuso ha liberato un po’ la testa dei giocatori, c’era bisogno di ricostruire l’entusiasmo e finora ci è riuscito. Poi, prima il nostro auspicio era quello di vincere il Mondiale, oggi invece speriamo di qualificarci».

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Sulla sua esperienza da ct

«Quando non ci qualificammo, la Federazione era debole, oggi invece è molto forte politicamente. Ho vissuto di calcio, amo la Nazionale oltre ogni ragionevole dubbio, i fatti però sono che nel 2006 abbiamo vinto i mondiali, nel 2010 siamo usciti al primo turno, nel 2014 siamo usciti al primo turno, nel 2018 non ci siamo qualificati, nel 2022 non ci siamo qualificati, nel 2024 abbiamo fatto l’Europeo peggiore di sempre e parliamo ancora di cambiare allenatori. Il sistema va cambiato, ma lo dicevo già 10 anni fa, feci una relazione alla federazione dicendo che così non si poteva andare avanti. Nel 2006 l’Italia aveva Del Piero, Inzaghi, Toni in panchina, oggi invece abbiamo giovani promesse».

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