Ibrahimovic: «Ibra è ancora Dio. Allegri? Il suo primo trofeo gliel’ho fatto vincere io»
Alla Gazzetta: «Io e Modric siamo diversi, lui è leader in campo, fuori si prende poco spazio, ma ha portato l’esperienza che mancava»

Cm Torino 18/05/2024 - campionato di calcio serie A / Torino-Milan / foto Cristiano Mazzi/Image Sport nella foto: Zlatan Ibrahimovic
La Gazzetta dello Sport intervista oggi Zlatan Ibrahimovic, qualche capello bianco, ma nulla è cambiato nella testa del campione che oggi è partner di Red Bird e consulente Milan.
Modric in questo Milan può essere quello che è stato lei l’anno dello scudetto?
«Siamo diversi, lui è leader in campo, fuori si prende poco spazio, ma ha portato l’esperienza che mancava. Anche se non avesse giocato da “wow” solo standogli vicino ti dà qualcosa. In campo gli abbiamo detto “entra e fai tu”. Se sono stupito? No, lui gioca così da vent’anni. Molti restano al top due anni poi non li vedi più. Altri stanno in alto per vent’anni e sono i veri campioni anche se non vincono il Pallone d’oro: uno ce l’ha di fronte».
Leggi anche: Modric è come Ronaldo o Messi, semplice bellezza nelle mani di Allegri
Allegri lo ha trovato molto cambiato?
«Il suo primo trofeo gliel’ho fatto vincere io. In quel Milan erano tutti campioni, la cosa difficile era mandarli in panchina. Lui era molto bravo a gestire. Adesso è diverso, ci sono meno ego da fuoriclasse. E Allegri ha fatto il suo percorso, ha già vinto tanto, sa come si fa».
Delle avversarie che dice? Napoli, Inter, Juve?
«Non guardo gli altri, ma non per arroganza, perché se dipendo dagli altri vuol dire che non sono abbastanza forte. Devo diventare forte io e gli altri devono guardare me».
Mi scusi: siamo passati da Ibra dio, all’io e al noi?
«Un attimo: Ibra è ancora Dio. Se ero in campo avevo tutte le risposte, in tribuna soffro per non poter aiutare la squadra. Non ho obiettivi personali, tutto quello che faccio è per il Milan».