Gravina al Museo del calcio di Coverciano: «la memoria non è nostalgia ma responsabilità»
Il presidente della Federcalcio: «l'identità collettiva del calcio e del nostro Paese alle volte si incrociano»

Db Milano 03/06/2024 - La Notte della C / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Gabriele gravina
Il presidente della Figc Gabriele Gravina ha rilasciato alcune dichiarazioni nel corso della visita al nuovo Museo del Calcio di Coverciano (Firenze).
Le parole di Gravina
«Sono particolarmente orgoglioso di prendere parte a questo evento. Il museo del calcio, del nostro calcio, è un luogo fisico e per questo devo ringraziare Matteo Marani e la sua fisicità è particolarmente abbellita e ristrutturata, oltre che ammodernata».
«Prima ricordavamo con qualche amico la struttura di qualche anno fa, dell’entusiasmo che ha accompagnato l’evoluzione del museo. Per questo ringrazio Matteo per l’impegno e la dedizione per migliorarlo continuamente. Ma è anche il luogo di un patrimonio immateriale, perché testimonia e conserva delle testimonianze significative che custodisce, ma che ha voglia e impegno di tramandare alle future generazioni. È un luogo vivo, dove ogni oggetto e piccola testimonianza all’interno di questo museo parla, racconta storia, aneddoti di gioia, esaltazione e momenti di sofferenza e criticità».
Gravina e il senso di responsabilità di vestire la maglia azzurra
Poi il numero uno della Federcalcio italiana ha proseguito:
«Tanti piccoli pezzetti che vanno a comporre un puzzle straordinario, che poi è l’identità collettiva del calcio e del nostro Paese che alle volte si incrociano. Un grazie di cuore, per l’impegno e ciò che circonda il nostro museo. Lo considero una forma di dialogo tra passato, presente e futuro, io sono particolarmente felice che questa testimonianza possa vantare la presenza di due campioni del Mondo come Gigi Buffon, Rino Gattuso, un campione d’Europa come Gigio Donnarumma».
«Dà il grande senso di responsabilità di vestire la maglia azzurra, che come sappiamo è storia e memoria. Questa sera dobbiamo ricordare che la memoria non è nostalgia, ma responsabilità. E la presenza di questi grandi campioni e l’impegno da parte nostra è adempiere al grande senso di responsabilità. Grazie a tutti».










